mercoledì 7 dicembre 2011

Il Magnificat, risposta vocazionale


Carissimi,
stiamo vivendo la vigilia della Solennità dell’Immacolata Concezione, Solennità tanto cara a noi Frati Minori Conventuali, innanzi tutto per l’infinito Amore con cui S. Francesco circondava la Madre di Dio ed anche perché alla scuola dell’Immacolata si son formati i più grandi Santi del Nostro Ordine: da S. Antonio di Padova, S. Bonaventura da Bagnoregio, Beato Duns Scoto, S. Giuseppe da Copertino che dinanzi alla statua dell’Immacolata che tuttora si venera nella Basilica S. Francesco in Assisi ebbe un’estasi presente l' ammiraglio di Castiglia, S. Francesco Antonio Fasani che si definiva spesso come “ Il peccatore dell’Immacolata”, il Beato Bonaventura da Potenza che dell’esempio obbediente di Maria ne fece il punto saldo della sua consacrazione religiosa, terminando con San Massimiliano Kolbe, apostolo dell’Immacolata che ha saputo vedere in lei il faro che poteva rischiarare con la luce di Cristo le tristi tenebre dell’idealismo nelle quali l’Europa era avvolta nei primi anni del 1900, epoca in cui Massimiliano visse e la sua morte nel Campo di Auschwitz fu l’apice di questa scuola dell’Immacolata essendosi offerto di morire al posto di un padre di famiglia.
Questa schiera di santi che non si limita ad essi ma a quanti hanno vissuto la propria consacrazione nella prospettiva del si di Maria, testimoniano la ricchezza del Magnificat di Maria, magnificando con la loro vita l’operato della Parola di Dio nella loro vita.
E’ interessante notare come la parola “ Magnifica”, apra il canto che segue la risposta alla proposta vocazionale dell’Angelo; dopo, l’Eccomi, innanzi ad Elisabetta canta il suo Magnificat.
Vediamolo come un continuo della risposta all’Angelo, una presa di coscienza di ciò che comporta l’adesione al progetto di Dio.
Maria canta il suo magnificat, comprende che al piccolo “SI”, corrisponde la grandezza delle cose che il Signore compie in lei, una grandezza operata a motivo della promessa che Dio fa a Lei, rendendola partecipe del suo Progetto, Maria aderendo all’infinito Progetto di Dio, non ne diventa una piccola operaia ma diviene parte integrante di tale immensità.
Comprendiamo come, innanzi alla Meraviglia che tale constatazione comporta, l’unica reazione possibile è un’ancor maggiore apertura innanzi al Mistero, rimettendo nelle mani di Dio la grandiosità di quanto ha operato in Lei, dimostrando come la Piccola Vergine di Nazareth, diventi così di una grandezza così infinita tale da poter contenere l’attuazione del Progetto Divino, ossia il Figlio di Dio, l’Incarnazione del Verbo.
La risposta alla proposta di una chiamata divina, non può non comportare la grandezza, la quale deve far allontanare ogni paura, paura necessaria per poter comprendere sempre più la grandezza delle promesse di Dio, mettendo innanzi alla sua grandezza la nostra piccolezza.
Perdonate il gioco di parole circa il termine “Grandezza”, ma esso è voluto, perché è lo stesso termine Magnificare (da Magnum Faciere - rendere grande) che rende d’obbligo il rimarcare la grandezza di Dio connessa alla grandezza delle sue Parole, Parole che sono allo stesso tempo azioni che compie in noi, nella nostra storia.
Ecco che la chiamata vocazionale non ha solamente l’aspetto di un intimo dialogo tra Dio e noi, ma esso, una volta data la risposta diventa realizzazione di una promessa dalla portata universale.
Dio parla e parla nella grandezza delle nostre azioni, e noi perciò lo Magnifichiamo.
E tu magnifichi il Signore? Per cosa?
Forse si può rispondere limitandosi a dire che non si ha una chiamata vocazionale, ma è pur vero che si ha una chiamata alla santità, che vuol dire aprirsi alla novità quotidiana di Dio. Questo ci comporta ancor di più il Magnificare il Signore, perché innanzi tutto ci ha amati e ci ha resi capaci di amare, un Amore che non si limita ad un affetto che va e viene ma che ci fa essere tutto per l’altro, ci fa piangere, soffrire e gioire tutto per l’Amore, quale cosa grande vi è più dell’Amore, esso fa dare senso alle nostre azioni, fa vivere i singoli giorni, fa continuare la lunga poesia della Vita.
Quale motivo abbiamo in più se non l’Amore per poter magnificare il Signore che spesso non ci accontenta dimostrando di non essere simile al genio della lampada, ma ci fa essere Homo Amantis permettendoci, nell’epoca tecnologica di riscoprire la vera dimensione antropologica dell’uomo creato dall’Amore e creato per Amare.
E’ vero che spesso, e troppe volte, la realtà non ci mette nella condizione di magnificare ma anzi, si leva il grido di chi è allo stremo, di chi ha esaurito le risorse della speranza, di chi non sopporta più la situazione di dolore e solitudine nella quale si trova, di chi non ha risposta ai tanti tristi perché della vita.
Possiamo pensare quindi che il Magnificare Dio sia una sfida, ovvero riconoscendo la sua azione che passa per le piccole cose, per i piccoli gesti, per le piccole attenzioni di qualcun altro che magari non cambieranno la nostra vita ma cambieranno la nostra esistenza riportandoci sulla dimensione dell’uomo Amante.
Francesco d’Assisi, il cantore di Maria, ha fatto vedere come si possa Magnificare il Signore anche dal nulla ma avvolti dalle tante cosa che Dio ci mette a disposizione per farci intuire che lui c’è.
Un tramonto, un volo di farfalla, un canto d’uccelli, un fiore d’inverno per Francesco erano motivo di magnificenza, che neppure le sofferenza gli hanno permesso di sopprimere.
Giunge in aiuto la Testimonianza di Massimiliano Kolbe, che, a quanto detto dai testimoni, nel Bunker della Fame, ha saputo continuare a magnificare e lodare Dio.
Forse era matto per lodare Dio in mezzo alla più buia delle realtà che la storia abbia conosciuto? A voi, lascio questa provocazione……. Buona Solennità dell’Immacolata…
                                                                                                          fr. Rocco Predoti

1 commento:

  1. mi rendo conto di come magnificare il Signore sia diventata la sfida più difficile di ogni mia giornata quando ti alzi e ti senti già stanco ma sai che ci sono persone che quel giorno non l'hanno visto quando non ti senti capito ma poi ti rendi conto che anche tu molte volte non capisci...essere chiamati è così bello e contemporaneamente così difficile intanto capire a cosa ti chiama ed affidarti dare il tuo sì ogni girno con la stessa convinzione ogni giorno con la stessa forza ogni giorno ringraziando il Signore perchè ha deciso di chiamare te e non altri ha deciso di prendere la tua vita e di farne un progetto di prenderti per mano e dirti seguimi...che si può dire? solo una cosa...Signore dammi la forza di dirti il mio eccomi!
    Jaja

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