Ormai, pochi
giorni ci separano dall’evento del Natale, vogliamo avvicinarci a tale mistero
con l’animo simile a quello di Francesco.
Un animo
pervaso dallo Stupore, generato dall’incontro con la realtà dell’Incarnazione,
del Dio fatto carne in un bambino. Un evento passato alla storia come l’invenzione
del Presepe, ma l’intento di Francesco non era quello di proporre un rito che,
fino ad oggi affascina e ci avvicina alla nascita di Gesù, semmai quello di
vedere con i propri occhi le condizioni di indigenza nelle quali si degnò di
Nascere l’Altissimo, infatti al suo compagno giunto a Greccio così disse: “vorrei
rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli
occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose
necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul
fieno tra il bue e l'asinello".
Francesco
aveva bisogno di vedre con i propri occhi, bisogno di fare esperienza di
Cristo, esperienza con il proprio corpo, voleva gustare in pieno del mistero
dell’Incarnazione, non voleva sciuparlo, voleva imprimerlo nella mente.
A, noi, l’occasione
di gustare nel mistero del Natale l’incarnazione che viene rivissuta nel
Natale, per ricordarci che Cristo è venuto ad abitare con noi, ma soprattutto in
noi, nei nostri gesti. Accorgiamoci di chi sta accanto a noi, di colui che passa
per la nostra vita, di colui che ci ricorda quel bambino a Betlemme bisognoso
di un sorriso, una carezza, un’attenzione. Riscopriamoci chiamati alla
realizzazione più grande dell’uomo, alla santità, osando tendere al ritorno
pieno del nostro essere uomini e donne, al nostro essere persone amanti.
Riscopriamo l’Amore in questo Natale, perché per Amore Dio si fece uomo, perché
per Amore noi diventeremo pienamente uomini e donne.
Amiamo senza
stancarci, amiamo senza arrenderci, amiamo perché è Natale, amiamo perché siamo
amanti.
Buona preparazione
al Natale…
Fr. Rocco Predoti
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