Inizia a scemare il rombo del Natale. Auguri e brindisi ed un latente pessimismo nell'avvio di un nuovo anno. Una marea di post negativi ed auguri di pessimo...augurio ci circondano. Una passività ci attraversa al pensiero di affontare un nuovo arco temporale lungo 365 giorni. Quasi quasi l'uso di farsi gli auguri va a farsi friggere. Sembriamo una massa di illusi che inerme entra nel nuovo anno convinti che potrà esserci del bene mentre ad attenderci ci saranno solo fatiche, delusioni e tristezze.
Dove va a finire l'euforia delle notti dei bagordi di capodanno? Siamo forse un corteo sconfinato di schizzofrenici che mentre perdono ogni limite nella festa sono coscienti che quella festa non augura nulla di bene?
Sembra che abbiamo svuotato il tempo della possibilità dell'esistenza di qualche bene, di qualche gioia o soddisfazione. Dinanzi a noi non 365 possibilità di realizzare i nostri sogni ma 365 giorni di delusioni da subire ed incassare come pugili alle corde.
Eppure ancora abbiamo il muso sporco di zucchero dei pandori natalizi. La gioia del Natale è finita? L'annuncio della grande gioia che qualche notte fa abbiamo ascoltato è stato riposto nell'armadio insieme ai giacconi nuovi? Ci stiamo scordando che il 2017 è una cifra del tempo modificata dalla nascita di Gesù Cristo? Lui che modifica e riempie il tempo ci suggerisce che non tutto è da buttare. Che il tempo che ci attende non porta solo tristezze o fatiche ma porta anche tanta possibilità di gioia, maturità, soddisfazione. Gesù è li a proporci di poter guardare positivamente il tempo. Buttiamoci alle spalle questo lacerante pessimismo, lasciamo che l'Amore seduca la nostra vita e la riempia dandole un senso diverso. Non possiamo lasciarci convincere dai post fritti e rifritti che il 2017 sarà un anno da affrontare come palloni in attesa di essere calciati. La vita può essere cambiata. Alziamoci e... cambiamo.
fr. Rocco Predoti ofm conv
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