Aprire lo scrigno delle nostre attese, dei nostri desideri.
Compiere il lungo viaggio della ricerca di noi stessi che troviamo nel volto
del Cristo bambino. A lui presentare la preziosità di ogni singola attesa.
Attesa del bene, attesa della giustizia, attesa di una vita affettiva
soddisfacente, aprire lo scrigno dei propri sogni.
Sogni che ci parlano, che scrutano il nostro cuore e lo
aprono alla nostra comprensione. Forse è il dito di Dio che ci tocca e ci parla
nel sogno. Racconta di ognuno di noi, della nostra vita, del sogno che Dio ha
per noi e del nostro voler progettare la nostra vita.
Fantasmi di paura attraversano i nostri sogni, ci invitano a
desistere, a fermarci, ad arrenderci perché mai realizzeremo il nostro sogno di
felicità. Scrive a proposito Zigmut Baumann: ««Al giorno d’oggi si ha l’impressione che, per
quanto si possa sognare di scrivere in anticipo la sceneggiatura di tutta la
vita, e impegnarsi a fondo perché il sogno si avveri, restare attaccati a una
sceneggiatura qualsiasi, fosse anche a quella dei propri sogni, sia una cosa
rischiosa che si potrebbe rivelare persino suicida». (L’arte della vita, Laterza, 86).
Inseguire
i propri sogni può sembrare un suicidio ma i Magi inseguirono la strada di
quella stella. Non fecero dietrofront, non abbassarono la guardia, non si
accontentarono di attendere la volta buona ma proseguirono.
Inseguire
la stella dei propri sogni è permettere a Dio di sussurrarti all’orecchio la
via per scoprire la novità che ti attende, per svelarti il lungo elenco di
novità che la vita ti prospetta. Inseguire la stella del proprio ideala alto
come il giovane Francesco d’Assisi che non smise di ricercare la lucentezza
anche quando poteva sembrare buio, anche quando tutto attorno il mondo lo
invitava ad abbassare la guardia.
Buon
cammino tenendo la testa alta, buon cammino incontro alla stella, buon cammino
come i Magi inseguendo il sogno di Dio.
Fr. Rocco Predoti ofm conv
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