lunedì 19 marzo 2012

Viva il Papà, vocazione all'Amore


Bella e dolce, infantile quanto adulta la festa che, oggi, ci ricorda la figura del Papà.
Tutto ha origine dalla festa di un papà esemplare, San Giuseppe che seppe vivere con responsabilità, dignità, gioia e sacrificio il suo ruolo di padre oltre la fisicità della relazione.
Giuseppe uomo giusto, viene chiamato un titolo che di questi tempi è di difficile lettura, ridondando la domanda: cos’è giusto?
Ma Giuseppe seppe fare della sua paternità la prima giustizia responsabile custodendo ed educando quel bambino nell’alone del mistero, perciò uomo giusto ed anche paziente, uomo dell’attesa che mai si ribellò ad un progetto di vita a tratti incomprensibile sin dalla notizia di Maria sua fidanzata di esser incinta.
Da lui possiamo cogliere il gusto di accogliere il progetto di Dio nel silenzio e nel mistero non come uomini e donne sottomessi ma come persone responsabilmente attivi che  impiegano tutto sé stessi  nella collaborazione al progetto di Dio.
Nell’ammirare questa figura di padre, ricordiamo il ruolo del padre, ruolo bellissimo e fondamentale per la vita e lo sviluppo di ogni persona, la bellezza dell’eessere padre non può essere sganciata dalla responsabilità che parte sin dal momento del concepimento per terminare nel momento della morte, quando un padre fa “Testamento” con il figlio, ovvero non il solo lascito materiale, ma nell’uso antico del termine “Testamentum” quando il padre stringeva un patto con il figlio di continuare l’opera educativa sociale e familiare del morente.
 Il ruolo del padre che, oggi, ha bisogno di essere rivalutato, di esser rivestito di nuovo di una dignità, in particolare in quelle tristi situazioni di uomini che han visto crollare il progetto di una famiglia e si ritrovano ad esser padri part-time e presenti con il solo mantenimento mensile stabilito da un giudice.
E’ triste vedere come, la società che con il divorzio, invece di portar benessere e sviluppo ha portato tristezza e solitudine. Quanti uomini oggi trascorreranno questa festa con un desiderio di una famiglia unita e felice, con le letterine come un tempo, invece no. Stessa situazione per la festa della mamma.
Emerge questa riflessione dopo un dibattito alla radio ascoltato questa mattina, ovvero come vivono questa festa i padri single. Ne emergeva un quadro indegno di un paese sviluppato come dovrebbe essere l’Italia, ma ciò che impressiona è il fatto che non si tratta di casi isolati, ma di tanti, troppi uomini che non possono accompagnare i loro figli nel normale sviluppo. Come è vero che tanti sono anche i padri che non vogliono stare accanto ai loro figli.
Questa festa ci faccia ricordare ciò che siamo, innanzi tutto figli bisognosi di essere amati e non delusi da una realtà che abusa di uno strumento come il divorzio che, doveva aiutare quelle situazioni invivibili, che oggi si rivela come una risposta alla mancanza di responsabilità.
Mi viene da concludere, infantilmente, con una breve dedica al mio ed a tutti i papà: CARO PAPA’ TI VOGLIO BENE.

Fr. Rocco Predoti

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