venerdì 24 febbraio 2012

Una ragazza risponde il suo "Si".

Ciao a tutti!
Sono Valentina, una novizia delle suore Francescane Alcantarine e vivo da quasi un anno ad Assisi presso la casa di noviziato dove mi sto preparando a dire il mio "Si" a Dio...un "Si" costruito giorno per giorno nella quotidianità della mia vita in fraternità in un rapporto con le mie sorelle e con il Signore.
Ho iniziato il mio discernimento alcuni anni fa venendo per caso in Assisi e scoprendo che Dio non fa mai le cose a caso! La mia vita era un bel pò disordinata..parlo del cuore, delle relazioni, dello studio,e il Signore ha operato mirabilmente..a me è bastato solo “scostarmi un po’ dalla riva  proprio come Gesù chiese a Pietro sulla  sua barca. Ho imparato, ascoltandolo, a fidarmi di Lui ed a "prenderlo in parola", a lasciare ogni giorno "casa", i luoghi delle mie sicurezze e comodità. Adesso non c'è fatica che non abbia un sapore o colore diverso, perchè sostenuta da Cristo e dalla sua Parola.
Il Signore entra per dove lo lasciamo entrare...non si scandalizza della confusione delle nostre "stanze", nè della povertà delle nostre forze...a noi la libertà di lasciarci amare e di rispondere con tutto il cuore al suo Amore!

Valentina

martedì 21 febbraio 2012

Il Progetto della fraternità, sfida francescana

Diventare frate, Essere Francescano, Indossare un abito religioso, vivere ad Assisi, seguire S. Francesco, seguire Cristo, amare la vocazione, avere la fiamma vocazionale, e quante altre idee possano venire in mente a chi si mette per la prima volta in un cammino spirituale deve essere consapevole che lo porterà ad una svolta. La svolta della propria vita, il punto dal quale sai che non potrai più tornare indietro, perchè chi segue Cristo non può voltarsi indietro, e Francesco d'Assisi l'ha compreso benissimo, andando sempre avanti, da quando ha lasciato la vecchia vita, fino alla sera del 3 ottobre 1226 quando andò incontro a sorella morte. 
Andare avanti anche quando la fiamma si affievolisce, quando l'amore non è divampante ma inizia a rassodarsi consolidandosi in un progetto di vita serio, quando lo sguardo necessariamente deve posarsi sull'attenzione del fratello, quando si esce dal "Io" per andare incontro al "Tu".
E' il progetto di vita della fraternità che Francesco aveva in mente accettandola come dono di Dio "il Signore mi donò dei fratelli" e che oggi chiede di essere vissuto perchè mai è stato attuale ed urgente, oserei dire, urgente in una civiltà che sta perdendo tale nome per essere storia del transitorio, del tutto passa e nulla vale, storia dei singoli, storia della solitudine.
Con questa preoccupazione il Papa Benedetto XVI ci consegna il Messaggio per la Quaresima 2012 avendo come tema centrale la Fraternità. Ecco a voi alcuni tralci da meditare magari nel silenzio della vostra camera o da leggere in un momento di relax....



«Prestiamo attenzione gli uni agli altri, 
per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» 
(Eb 10,24) 
Fratelli e sorelle, 
la Quaresima ci offre ancora una volta l’opportunità di riflettere sul cuore della vita 
cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio affinché, con l’aiuto della Parola di Dio 
e dei Sacramenti, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che comunitario. È un 
percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di 
vivere la gioia pasquale. 
 Quest’anno desidero proporre alcuni pensieri alla luce di un breve testo biblico tratto 
dalla Lettera agli Ebrei: «Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella 
carità e nelle opere buone» (10,24). È una frase inserita in una pericope dove lo scrittore sacro 
esorta a confidare in Gesù Cristo come sommo sacerdote, che ci ha ottenuto il perdono e 
l’accesso a Dio. Il frutto dell’accoglienza di Cristo è una vita dispiegata secondo le tre virtù 
teologali: si tratta di accostarsi al Signore «con cuore sincero nella pienezza della fede» (v. 
22), di mantenere salda «la professione della nostra speranza» (v. 23) nell’attenzione costante 
ad esercitare insieme ai fratelli «la carità e le opere buone» (v. 24). Si afferma pure che per 
sostenere questa condotta evangelica è importante partecipare agli incontri liturgici e di 
preghiera della comunità, guardando alla meta escatologica: la comunione piena in Dio (v. 
25). Mi soffermo sul versetto 24, che, in poche battute, offre un insegnamento prezioso e 
sempre attuale su tre aspetti della vita cristiana: l’attenzione all’altro, la reciprocità e la santità 
personale. 
1. “Prestiamo attenzione”: la responsabilità verso il fratello. 
 Il primo elemento è l’invito a «fare attenzione»: il verbo greco usato è katanoein, che 
significa osservare bene, essere attenti, guardare con consapevolezza, accorgersi di una realtà. 
Lo troviamo nel Vangelo, quando Gesù invita i discepoli a «osservare» gli uccelli del cielo, 
che pur senza affannarsi sono oggetto della sollecita e premurosa Provvidenza divina (cfr Lc 
12,24), e a «rendersi conto» della trave che c’è nel proprio  occhio prima di guardare alla 
pagliuzza nell’occhio del fratello (cfr  Lc  6,41). Lo troviamo anche in un altro passo della 
stessa  Lettera agli Ebrei, come invito a «prestare attenzione a Gesù» (3,1), l’apostolo e 
sommo sacerdote della nostra fede. Quindi, il verbo che apre la nostra esortazione invita a 
fissare lo sguardo sull’altro, prima di tutto su Gesù, e ad essere attenti gli uni verso gli altri, a 
non mostrarsi estranei, indifferenti alla sorte dei fratelli. Spesso, invece, prevale 
l’atteggiamento contrario: l’indifferenza,  il disinteresse, che nascono dall’egoismo, 2
mascherato da una parvenza di rispetto per la «sfera privata». Anche oggi risuona con forza la 
voce del Signore che chiama ognuno di noi a prendersi cura dell’altro. Anche oggi Dio ci 
chiede di essere «custodi» dei nostri fratelli (cfr Gen 4,9), di instaurare relazioni caratterizzate 
da premura reciproca, da attenzione al  bene  dell’altro e a  tutto  il suo bene. Il grande 
comandamento dell’amore del prossimo esige e  sollecita la consapevolezza di avere una 
responsabilità verso chi, come me, è creatura e figlio di Dio: l’essere fratelli in umanità e, in 
molti casi, anche nella fede, deve portarci a vedere nell’altro un vero alter ego, amato in modo 
infinito dal Signore. Se coltiviamo questo sguardo di fraternità, la solidarietà, la giustizia, così 
come la misericordia e la compassione, scaturiranno naturalmente dal nostro cuore. Il Servo 
di Dio Paolo VI affermava che il mondo soffre oggi soprattutto di una mancanza di fraternità: 
«Il mondo è malato. Il suo male risiede meno  nella dilapidazione delle risorse o nel loro 
accaparramento da parte di alcuni, che nella mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i 
popoli»                          

Spero che il cammino quaresimale porti a tutti voi i frutti desiderati di un autentico discernimento, un sincero cammino verso Cristo nostra Pace. 

fr. Rocco Predoti

domenica 19 febbraio 2012

Voci da..Incontro-Convegno adolescenti.


Domenica 12 Febbraio 2012 presso il convento di San Bernardino (Amantea), ha avuto luogo un convegno  che ha coinvolto ragazzi dai 12 ai 17 anni provenienti da tutta la Custodia francescana, in particolare dalle comunità di Palmi e Castrovillari. I ragazzi (così come l’anno precedente) sono stati accompagnati dai loro educatori ed animatori per vivere una giornata di condivisione e spiritualità in perfetto stile francescano.Il tema del Convegno era “Rimanere … con Gesù”.  
Appena arrivati dalle rispettive città di provenienza, i ragazzi sono stati accolti nella chiesa di S. Bernardino da fr. Francesco Celestino e dagli altri frati Minori Conventuali insieme con gli educatori ed animatori dell’Azione Cattolica di Amantea, come segno di una comunità unita, nel nome dell’unico Signore.
Dopo l’accoglienza i ragazzi hanno vissuto un momento di Ascolto in cui sono stati allietati dalle parole di padre Giuseppe. In seguito al suo intervento ha avuto luogo la celebrazione della Santa Messa, animata dal coro dei ragazzi di Castrovillari.
Dopo il pranzo, il chiostro del convento e lo spiazzale davanti la Chiesa sono stati scenario di giochi, canti e balli, occasioni di socializzazione e divertimento.
Subito dopo sono cominciate le attività: come ambientazione è stato scelto uno stadio circondato da una pista di atletica leggera ( che è stato utilizzato come metafora per la rappresentazione della Vita).
I ragazzi sono stati divisi in 8 gruppi che avevano come denominazione diversi tipi di discipline dell’atletica leggera oppure i ruoli del calcio (che invece rappresentavano i diversi Talenti di cui Dio ci ha fatto dono).  Come spunto di riflessione per i diversi gruppi è stato proiettato uno spezzone del film “Momenti di gloria”, che è servito come approfondimento della “figura sportiva” loro attribuita; ciascun gruppo si è soffermato sull’importanza del far fruttare i propri talenti “dando il massimo” e sulla necessità della preghiera come mezzo per comprendere la vocazione personale di ognuno: ciascuno di noi è chiamato a camminare sulla via indicatagli dal Signore per  “rimanere” con Lui.
Prima dei saluti, in chiesa ha avuto luogo un momento di condivisione in cui ciascun gruppo ha illustrato a tutti gli altri i frutti del proprio lavoro.
Sicuramente, dopo un incontro di questo tipo, ciascun ragazzo ne esce arricchito in quanto si tratta di esperienza uniche che danno la possibilità di confrontarsi con gli altri coetanei ma anche di vivere intensi momenti di spiritualità.

Rosa Maria Pellegrini

venerdì 17 febbraio 2012

Inviati ad andare 2 a 2


Caaaaaaaaaaaaaaaarissimi ragazzi,giovani 
e quanti volete vivere un momento di fraternità in stile francescano.                                 
                                          INVIATI AD ANDARE 2a2
Questo titolo ci sarà da guida Domenica 25 Marzo al Convento S. Bernardino di Amantea per vivere la gioia dell'incontro con Gesù insieme agli altri giovani, ai Frati francescani per andare nelle strade della nostra vita quotidiana a testimoniare vivendo la bellezza di Dio.




                                              TI ASPETTIAMO !!!

lunedì 6 febbraio 2012

La Decisione del “Si”, la decisione della risposta vocazionale.


Per chi è in ricerca vocazionale, voglio proporre alla vostra attenzione una particolare storia di coraggio e decisione, storia di un uomo che non si lasciò a tentennamenti o dubbi, che con decisone ferma seguì i passi di Frate Francesco il quale amava che i frati nell’entrare nella fraternitas  rispondessero all’ispirazione divina con ferma decisione, un personaggio di cui oggi si fa memoria, S. Pietro Battista  frate francescano nato in Castiglia da nobile famiglia nel 1542, studiò all’università di Salamanca e poi si fece Frate Minore nel 1564. Lettore di teologia e filosofia, superiore in varie comunità, nel 1580 decise di andare in missione. Prima stette in Messico fondando vari conventi, poi nel 1583 andò nelle Filippine, grande apostolo nel proteggere i poveri dai potenti. Saputo che in Giappone i cristiani erano perseguitati, desiderò sostituire i Gesuiti che nel 1590 erano stati espulsi dal governo locale, e, ottenuto il permesso dai superiori religiosi e poi dal governatore, nel 1593 cominciò il suo apostolato di predicazione in Giappone, vivendo in povertà e fondando conventi ed ospedali per poveri e lebbrosi, ottenendo anche numerose conversioni. L’invidia dei bonzi e le gelosie fra i missionari, oltre ai contrasti politico-commerciali fra Spagnoli e Portoghesi, spinsero il governatore Hideyoshi a perseguitare i missionari. Pietro Battista fu prima messo in carcere, poi trasferito a Nagasaki; di questo periodo si hanno alcune lettere, di cui una, particolarmente commovente traccia la sua ferma decisione nel seguire Cristo sul patibolo della Croce; in essa il santo scriveva: “Siamo ora in viaggio in questi freddi mesi invernali; ci conducono con cavalli sotto una stretta sorveglianza. Ciò nonostante, ripieni di consolazione e di gioia nel Signore, andiamo avanti, poiché nella sentenza emessa contro di noi è stato detto che saremo crocifissi per aver predicato il Vangelo; gli altri, perché seguaci del Vangelo.
Per coloro che desiderano morire per Cristo, ora si presenta una buona occasione. La sentenza di morte pronunciata contro di noi è scritta su una tavola che ci precede nel nostro itinerario. A un certo momento ci hanno scarcerati e fatti salire su un carro. Tagliatici una parte dell’orecchio ci hanno condotti ad Osaka e ci hanno fatto girare per quella ed altre città. Sapevamo che eravamo stati condannati a morte ma solo ad Osaka siamo stati informati che ci dirigevamo a Nagasaki per esservi crocifissi.
Nel cielo, dove speriamo di arrivare, ci ricorderemo di voi; ma anche qui non mi sono dimenticato della vostra carità. Vi saluto fratelli carissimi. Ormai non c’è più tempo per parlare. Arrivederci in cielo… A Nagasaki il 5 febbraio 1597, insieme ad altri religiosi e alcuni catechisti, fu portato su una collina e assistette al supplizio di tutti gli altri; infine, morì anch’egli crocifisso.