sabato 14 novembre 2015

Vivi ogni giorno come se fosse il primo... la voce di Emilio dal GVA2015

Inizio questo viaggio: preparo lo zaino, metto le solite cose.. biancheria intima, zaino, metto le solite cose.. biancheria intima, tovaglia, spazzolino, qualche maglietta e dei pantaloni. Ecco, tutto qui! Anzi no, c'è anche dello scetticismo, ma quello lo porto dentro me, ignaro di ciò che sta per accadere! Ho bisogno di dirvi che, sí, sono stato io a scegliere di partire, ma se non fosse stato per alcune persone che mi hanno accompagnato durante il viaggio e prima, non avrei vissuto quest'esperienza! I 5 giorni del GVA sono stati giorni pieni, scanditi da momenti di riflessione personale e comunitaria. Prima un percorso spirituale su cinema, arte e cibo, ci ha iniziati al tema centrale dei vizi dove ho capito che "siamo nel regno del tanto" e che molto spesso questo 'tanto' è superfluo e ci distrae da ciò che è realmente importante nella vita; fermato da una domanda tanto semplice: "cosa preferisci: riempirti la pancia di tante caramelle gommose, giusto per soddisfare un vizio, o preferiresti condividere con qualcuno il tuo piatto preferito e saziarti?'', dentro me è cominciata a crescere curiosità nei confronti dei temi trattati al convegno, accompagnata da una sicurezza dettata dalla presenza di molti fratelli di altre fraternità GiFra del resto d'Italia. Il giorno dopo nel laboratorio biblico-francescano si parlava, invece, dell'importanza delle piccole cose, di riuscire ad assaporare ogni momento; qui il frate ci ha lasciati con una delle frasi che porterò con me per il resto della vita: 'vivi ogni giorno come se fosse il primo, l'unico e l'ultimo!'. Come si legge nel salmo 89, infatti, 'solo quando impareremo a contare i nostri giorni, giungeremo alla sapienza dei nostri cuori'! E no, non è scontato dire che il bagaglio del ritorno è più ricco.. finalmente sono riuscito a fermarmi e a capire che tutto ciò che stavo imparando, lo stavo perdendo, lo stavo mettendo da parte! Una delle testimonianze più forti, infine, è stata quella dell'ultima sera, quando, Fra Alessandro, 'direttore del coro', vero annunciatore del carisma francescano, ci ha lasciati dicendo che bisogna fare il bene, bisogna essere allegri, bisogna mettere a frutto il proprio talento anche se nessuno “ci guarda”, perché prima o poi qualcuno lo farà, e sarà allora che potremo essere veri annunciatori del Vangelo. Dopo aver assaporato questi giorni e averli vissuti a pieno e in armonia con tutti… Non dimenticheró più l’importanza  che c’è nel non giudicare, nel non fermarsi alla parte più superficiale delle cose, e del fare esperienza prima di schierarsi da una parte o dall’altra. Adesso ho imparato a distruggere quelle sovrastrutture che mi erano state 'imposte'! Grazie all’umiltà, virtù del carisma francescano, ho capito che la superbia non porta alla via del Signore. Pace e bene. 

Emilio Davì

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