La Vocazione di Francesco: parlano i “ Tre Compagni”
“Tu sei generoso e cortese verso persone da cui non ricevi niente, se non una effimera simpatia; ebbene è giusto che sia altrettanto generoso e gentile verso i poveri, per amore di Dio, che contraccambia tanto largamente.” Queste parole, raccontano Leone, Rufino ed Angelo, disse a sé stesso, il giovane Francesco, quando iniziava a comprendere come tutto il suo stile di vita gli dava solo gioie leggere. per Francesco non avviene un colpo di fulmine, non c’è un prima e un dopo nella conversione, ma l’ “incontro” tra lui e Dio avveniva a piccoli passi ;Questo , con i poveri, è il primo dei tanti passi che Francesco compie verso quel Dio che, pure, cammina verso di lui.
Così Francesco in sé nutriva il desiderio di diventare cavaliere e va, prima a Perugia, dove vien fatto prigioniero e lì “mentre i compagni si abbandonavano all’avvilimento, lui, ottimista e gioviale, si mostrava allegro ed ad uno dei compagni di prigionia che gli altri isolarono, Francesco soltanto continuò ad essergli amico”, poi mentre si dirigeva in Puglia per combattere, il Signore lo visita in sogno “ lo condusse in un solenne palazzo, in cui spiccavano appese alle pareti armi ed armature da cavaliere... allora una voce gli chiese: “Chi può esserti più utile: il padrone o il servo?”. Rispose: “Il padrone”. Quello riprese: “Perché dunque abbandoni il padrone per seguire il servo e il principe per il suddito?”. Allora Francesco interrogò: “ Signore cosa vuoi che io faccia?”. Concluse la voce: “Ritorna nella tua città, ti sarà detto cosa devi fare”.
Allora Francesco, sempre più vicino al progetto che Dio stava preparando per Lui, obbedisce alla richiesta e ritorna nella sua città tra l’incomprensione di tutti per aver lasciato l’aspirazione della sua vita: quella di diventare cavaliere. Iniziava ad esser cambiato oltre che all’esterno, soprattutto nel suo intimo, ed i suoi compagni annotavano come “svincolandosi man mano dalla superficialità, si appassionava a custodire Cristo nell’intimo del cuore... ed insisteva nella preghiera perché il Signore gli indicasse la sua vocazione”.
Il suo cambiamento diventava perciò sempre più radicale finchè un giorno sentì dirsi : “ Francesco, se vuoi conoscere la mia volontà, devi disprezzare e odiare ciò mondanamente amavi e bramavi possedere. Quando avrai iniziato a fare così, ti parrà insopportabile e amaro quanto per l’innanzi ti era attraente e dolce e dalle cose che una volta aborrivi, attingerai dolcezza grande e soavità”.
Iniziò a liberarsi dall’egoismo ed uscire dall’amore verso di sé amando gli altri, soprattutto coloro da cui non poteva essere ricompensato, in particolae i Lebbrosi che in quel tempo stavano nei lebbrosari nella valle di Assisi. Francesco si reca proprio tra loro per concludere il cammino di incontro verso Dio avendo trovato nel volto lacerato dei Lebbrosi il volto dolce e soave del suo Signore.
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