Và e ripara la mia casa
Continuiamo a scoprire la chiamata vocazionale del giovane
Francesco. Ormai Gesù era entrato nel suo cuore e gli stava mettendo il
desiderio di essere grande però ancora doveva mostrargli cosa dovesse fare. Era
un po’ confuso Francesco ed inizia a fare diverse piccole esperienze che gli
fanno intuire la bellezza di stare vicino ai poveri, agli ammalati e quanto
povera fosse invece la ricca vita che stava conducendo.
Ascoltiamo il racconto: «Un giorno era uscito nella campagna per meditare.
Trovandosi a passare vicino alla chiesa di San Damiano che minacciava rovina,
vecchia com’era, spinto dall’impulso dello Spirito Santo, vi entrò per pregare.
Pregando inginocchiato davanti all’immagine del Crocifisso si sentì invadere da
una grande consolazione spirituale e, mentre fissava gli occhi pieni di lacrime
nella croce del Signore, udì una voce scendere dalla croce: «Francesco và, e ripara
la mia casa, che come vedi è tutta in rovina».
Questo racconto lo vediamo qui spiegato dai pennelli di
Giotto. Francesco entra in questa Chiesa in rovina e finalmente per la prima
volta negli affreschi il giovane ha lo sguardo in alto. In questa Chiesa
rovinata Francesco alza lo sguardo, non ha paura delle macerie ma guarda Gesù e
Gesù guarda lui.
Francesco è chiamato ad aggiustare quella chiesa a
rimboccarsi le maniche per aiutare le pietre più rovinate, cioè le persone più
abbandonate, più povere.
Gesù grida il nome di Francesco e gli chiede di andare…
Anche tu che stai leggendo “và” senza pauraverso le persone
più abbandonate, “và” con il coraggio dello Spirito, “và” pieno dell’Amore di
Dio verso coloro che non sono voluti più da nessuno. Questa è la vocazione di ogni
frate: andare verso tutti e riparare ciò che in ogni persona rischia di cadere.
Fr. Rocco Predoti
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