sabato 30 maggio 2015

Diventare frate, alla scuola della Trinità!

Vuoi capire qualcosa della tua vocazione? Guarda la Trinità. Domani la Chiesa la presenta nella festa domenicale. La Trinità è una scuola di amore, sempre aperta, sempre in movimento. Vedere come il Padre ama il Figlio ci lascia a bocca aperta. Vedere come il Figlio si lascia amare ci fa capire quante cose possiamo fare se ci lasciamo amare e chiamare da Dio. L'Amore di Dio ama e chiama perchè ci vuole con sè, sempre in movimento verso di Lui. Ci chiama all'amore perchè Dio è amore. Dio ci vuole con sè perchè Lui non è solo ma la sua vita è una danza di amore tra Padre e Figlio e Spirito Santo e noi non possiamo stare fuori da questa danza. Se non rispondiamo all'invito alla festa dell'amore allora cerceremo a vuoto la felicità. Dio ci vuole felici e ci chiama ad essere felici con gli altri e con Lui. Non si può essere felici da soli. La Trinità allora diventa il Maestro Migliore per capire la propria vocazione. Solo guardando la Trinità posso chiedere: voglio diventare frate per amare? voglio diventare frate per accogliere l'amore che mi viene dato? voglio diventare frate per essere sempre in uscita verso gli altri? Voglio diventare frate per servire e non per essere riverito? Voglio diventare frate per amare come la Trinità, passando per la croce oppure per fare l'ecclesiastico? la Trinità non era ecclesiastica ma dalla Trinità nasce la Chiesa del servizio, degli ultimi, degli amati e di quelli che amano.
Se vuoi essere amato ed amare allora sei sulla buona strada per seguire Gesù nella famiglia di San Francesco.
fr. Rocco Predoti

giovedì 28 maggio 2015

Coraggio! Qualcuno ti chiama!

"Coraggio! Alzati, ti chiama!". Ci vuole coraggio, ne serve per ascoltare la voce di Gesù. Tante volte siamo talmente ciechi che diventiamo anche sordi. Non abbiamo il coraggio di ascoltare e di farci chiamare da Gesù. Lui ci chiama e desidera la nostra felicità ma noi siamo con gli occhi chiusi, aspettiamo un Gesù su misura. Lui ci chiama perchè ci ascolta, ascolta il nostro desiderio di felicità.
Prima di seguire Gesù dobbiamo fare una sola cosa: alzarci dalle nostre vite piatte, sempre le stesse, legati alle solite abitudini che girano e rigirano su se stesse. Seduti ai bordi della nostra vita veniamo scomodati dalla sua chiamata, da qualcuno che si avvicina a noi, ciechi come il cieco Bartimeo e ci grida: "Coraggio! Alzati, ti chiama!".
fr. Rocco Predoti

martedì 26 maggio 2015

Seguire Gesù... con gratuità e bellezza.

 “La gratuità nel seguire Gesù – ha evidenziato Papa Francesco nell'omelia a Santa Marta– è la risposta alla gratuità dell’amore e della salvezza che ci dà Gesù”. E quando “si vuole andare sia con Gesù e sia con il mondo, sia con la povertà sia con la ricchezza – ha ammonito – questo è un cristianesimo a metà, che vuole un guadagno materiale. E’ lo spirito della mondanità”.
Seguire Gesù non è una scelta provvisoria, non finisce quando non piace. 
"Seguire Gesù - ha continuato Papa Francesco - dal punto di vista umano non è un buon affare: è servire. Lo ha fatto Lui, e se il Signore ti dà la possibilità di essere il primo, tu devi comportarti come l’ultimo, cioè nel servizio. E se il Signore ti dà la possibilità di avere beni, tu devi comportarti nel servizio, cioè per gli altri. Sono tre cose, tre scalini che ci allontanano da Gesù: le ricchezze, la vanità e l’orgoglio. Per questo sono tanto pericolose, le ricchezze, perché ti portano subito alla vanità e ti credi importante. E quando ti credi importante ti monti la testa e ti perdi”.
Servire come ha fatto frate Francesco che ha scoperto la sua vocazione davanti ai piedi del lebbroso. Seguire Gesù è solo gioia cristiana, la gioia di vivere sempre la ricompensa del suo Amore.
Seguire Gesù sull'esempio di San Francesco è possibile e la gioia dei tanti frati ne è la prova più bella!!!

mercoledì 20 maggio 2015

Francescani in Calabria.. sulla scia di S. Bernardino

Affacciato sul mare tirreno, accanto alle case colorate dell'antica Amantea il Convento di S. Bernardino ed i frati minori conventuali ancora oggi accolgono quanti desiderano viviere un momento di "spiritualità francescana".
Oggi ne festeggia il Santo titolare: San Bernardino da Siena, appassionato frate toscano vissuto tra le fine del 1300 e l'inizio del secolo successivo.
Famoso per aver divulgato l'amore al nome di Gesù sintetizzato nelle tre lettere ormai famose "IHS" era un instancabile predicatore ed onesto nel parlare. Non aveva paura di nessuno ed era un frate dalla schiena dritta. Insomma, ci sapeva fare. Già all'epoca esistevano tante superstizioni con cornetti, amuleti, piccole formule allora lui si inventò questo piccolo disegno IHS da distribuire a tutti per poter dire: Gesù vince le piccole superstizioni, Gesù ti libera e non ti tiene schiavo. Infatti tutt'oggi il centro italia è pieno di piccole targhette con questo stemma.
In Calabria non è giunto personalmente ma i frati lo hanno fatto conoscere con lo stesso stile usato da lui ed Amantea è una presenza che parla e racconta la vita francescana.
Ad Amantea nel convento vivono attualmente 5 frati, dedicati al servizio alla Chiesa, alla predicazione, al servizio con la gente, alla visita agli ammalati, all'accoglienza di chi ha bisogno di una parola, alle confessioni ed all'accoglienza vocazionale.
La Chiesa ed il chiostro del 1400 sono un'immersione nell'atmosfera francescana. Vi regna il silenzio e l'armonia e la preghiera è facilitata. Tutto contornato da uno stile sobrio.
Chi desidera iniziare un cammino francescano viene accolto in questo convento con lo spirito semplice e lieto dei francescani.
Un angolo francescano in Calabria che trasmette direttamente lo Spirito di San Francesco e dei suoi frati.
Se vuoi fare una visita o se senti che Gesù sta bussando al tuo cuore e ti chiama nella famiglia di San Francesco, allora hai le porte aperte al Convento San Bernardino. I frati ti stanno aspettando!
Per contattarci chiama 0982.424379 oppure scrivi a francescanicalabria@gmail.com.
Felici di ascoltarti ed incontrarti!
fr. Rocco






lunedì 18 maggio 2015

FESTIVAL FRANCESCANO. cantiamo la misericordia del Signore

Festival francescano
cantiamo la misericordia del Signore

Amantea, Convento "S. Bernardino" 
Domenica 21 giugno 2015


Cori Parrocchiali
Carissimi fratelli, anche quest’anno, noi Frati Minori Conventuali di Calabria desideriamo invitarvi a trascorrere con noi la Domenica, Pasqua della settimana, per lodare insieme il Signore che opera cose buone e belle in ognuno di noi.
Come ha scritto Sant’Agostino «chi canta, ama e prega due volte».
Vuole essere un tempo dedicato allo Spirito, che, come il Poverello di Assisi, ritrova nell’inno alle creature il senso profondo dell’incontro con il Creatore.
Il nostro incontro avrà un animatore speciale: Don Giosy Cento, che ci aiuterà a riflettere sul canto e la musica come strumenti per incontrare la misericordia di Dio

Vieni. Ti aspettiamo per cantare con noi.

Programma

Ore 9,00: Accoglienza
Ore10,00: Preghiera
Testimonianza di Don Giosy Cento
11,30: Esecuzione dei Canti francescani da parte dei partecipanti
Ore 13,30: Pranzo
Ore 15:00-16,00: Una condivisione
Ore 17,00: Celebrazione eucaristia

NB: Far pervenire la vostra decisione
                   tramite e-mail: frcelestino@tiscali.it
entro il 14 giugno con il titolo del canto che desiderate eseguire.

  fr. Francesco Celestino
                                                                                                                                     Custode                                                                                                                                           Provinciale

sabato 16 maggio 2015

Ma tu...hai mai pensato di farti frate?

MA....TU????
HAI MAI PENSATO DI...????

farti frate, diventare sacerdote, religioso,
o missionario francescano .....


HAI MAI PENSATO 
IN CUOR TUO DI...

di dedicare tutta la tua vita..
al Signore e ai fratelli
seguendo san Francesco ???



Caro giovane ..,
forse non ci hai mai pensato prima.. e magari credi di essere capitato "per caso" a visitare questa pagina! E invece no!

Il Signore ti attendeva per farti questo grande dono.
Anch'io ho incontrato "per caso" i frati francescani, non sapendo nemmeno della loro esistenza. Per il mio futuro pensavo a tutto, eccetto che ad entrare in un convento...
Attraverso i fatti concreti della mia vita, le gioie, le delusioni, ecc. ho iniziato a riflettere,
a prendere seriamente in esame questa possibilità, imparando un pò alla volta a mettermi nelle mani di Gesù, fidandomi di Lui. 
Oggi, ho compreso che "il caso" non esiste! Sono un frate e sono contento. Ti auguro altrettanta disponibilità e gioia! Prego per te...
(dal blog http://www.vocazionefrancescana.org)

Se vuoi, puoi scrivermi, ti risponderò volentieri. 
Il Signore ti benedica e ti guidi!
fr. Rocco (francescanicalabria@gmail.com)

venerdì 15 maggio 2015

Augurio ad un grande francescano..fr. Angelo

Grande festa oggi per la famiglia francescana! fr. Angelo Gatto, frate minore cappuccino, originario di Reggio Calabria, diventerà diacono in Assisi per l'ordinazione di Mons. Sorrentino, Vescovo di Assisi.
Barba tipica cappuccina, occhi profondi che rivelano un'interiorità piena di Spirito sono i tratti che presentano questo giovane originario dalla Calabria che della nostra terra porta il calore e la simpatia per le vie di Assisi. La sua allegria e semplicità lo distinguono e lo fanno essere amabile a tutti.
A lui l'augurio di essere sempre servitore dell'Altissimo bon Signore in "Simplicitate et Laetitia".


giovedì 14 maggio 2015

Farsi frate come Francesco. 6 - Semplicità che scombussola

Francesco parte. Essere in perenne partenza è il modo semplice di vivere di frate Francesco. Non riesce a star fermo, non riesce a vivere sulla poltrona di casa sua, non riesce a non dire a tutti che Gesù gli sta cambiando la vita, che sta vivendo immerso dentro l’Amore infinito.
Soprattutto Francesco non vuole fare tutto ciò da solo, non vuole agire di testa sua. Dio vive intimamente con lui e lui vive intimamente insieme con i suoi frati.
I più intimi amici ora sono diventati i suoi fratelli, anzi i suoi frati. Si sentono amati e chiamati e non vogliono andare per il mondo ad annunziare il Vangelo senza approvazione del Papa.
Allora Francesco và, a Roma dal “Segnor papa” a chiedere il permesso di vivere il Vangelo con una semplice regola che consisteva di questi versetti del Vangelo: “Se vuoi essere perfetto, và, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e poi vieni e seguimi; Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua; Se qualcuno vuol venire a me e non mi ama più del padre, della madre, della moglie e dei figli e dei suoi fratelli e anche della sua vita stessa non può essere mio discepolo; Chiunque avrà lasciato il padre, la madre, i fratelli, le sorelle, la moglie, i figli, le case, i campi per amore mio, riceverà il centuplo e possederà la vita eterna”. Dinanzi a queste semplici parole che costituiscono il cuore della vita francescana il papa concesse il suo permesso di andare per il mondo e la sua benedizione.
La semplicità di Francesco e la profondità della vita che vogliono vivere stupisce il papa e i suoi cardinali nell’affresco di Giotto, dove il piccolo Francesco si fa grande nel complesso dell’affresco.
La vita di Francesco stupisce la Chiesa intera ancora oggi e le parole del Vangelo oggi sembrano gridare al mondo che seguire Cristo è garanzia di felicità. Se vuoi essere felice, Francesco conosce il segreto della felicità.


fr. Rocco Predoti

mercoledì 13 maggio 2015

Storia di una vocazione... fr. Luca si racconta

Mi chiamo fra Luca, ho 26 anni e sono uno studente di teologia . Inizio subito con una piccola parentesi, dicendo che quando mi è stato chiesto di raccontare in un articolo il mio cammino vocazionale, ho pensato subito alla difficoltà di raccogliere in un paio di pagine la complessità di una storia in cui il protagonista non sono solo io, ma anche e specialmente Dio; questo perché tanti fattori entrano in gioco, primo fra tutti la paura di non riuscire ad esprimere in maniera profonda quegli eventi che hanno incredibilmente trasformato la mia vita. Ma veniamo al sodo: innanzitutto io provengo da una famiglia che mi ha assicurato fin da bambino una solida educazione cristiana, non fatta tanto di parole quanto di fatti concreti; è infatti dall’amore concreto tra i miei genitori che ho imparato cosa significhino parole come “gratuità”,”ascolto”e anche “sacrificio”. Dico questo, perché sono assolutamente convinto che le fondamenta della vita cristiana non si possano imparare in altro modo che facendone esperienza. Comunque sia dopo aver ricevuto i sacramenti della Comunione e della Cresima, come molti miei coetanei mi sono molto allontanato dalla Chiesa, anche se non ho mai chiuso completamente la porta né ad essa né a Gesù; i motivi di questa mia scelta erano principalmente due: la mancanza di una motivazione che mi spingesse ad approfondire la mia vocazione cristiana e il subentrare di altri interessi.


Cosi ho passato l’adolescenza vivacchiando, cioè senza fare specifici programmi o avere particolari obiettivi per il futuro, sforzandomi invece di riuscire nel miglior modo possibile in ogni mia attività quotidiana, che fosse la scuola o lo sport: ma questo non tanto per me, quanto per la mia famiglia, che molto si era spesa per la mia tranquillità; però ben presto ho cominciato a nutrire degli ideali personali troppo alti ed irreali e di conseguenza a soffrire quegli ambienti che frequentavo (scolastico, sportivo e degli amici) considerandoli superficiali e privi di valori e ai quali non riuscivo più ad adattarmi. In tal modo ho cominciato a chiudermi sempre di più, coltivando disprezzo verso chi non la pensava come me e provocando con questo comportamento molte sofferenze a me stesso e agli altri.
Con il passare del tempo la situazione è peggiorata sempre di più e se ci ripenso adesso solo un’ intervento esterno a me poteva aiutarmi ad uscirne e difatti cosi è stato: non un intervento qualsiasi però, ma quello potente e misericordioso di Dio. La modalità, se ci ripenso, mi sembra ancora oggi cosi ordinaria e allo stesso tempo cosi straordinaria: essa semplicemente consiste in un incontro assolutamente casuale con un frate che non conoscevo e che neanche avevo programmato di conoscere. Lo incontrai fuori da una vecchia ed isolata Chiesa in una fredda domenica dicembrina di qualche anno fa, mentre mi trovavo ad ammirare, con la tristezza nel cuore, un’incantevole paesaggio di montagna, quando all’improvviso una voce alle mie spalle mi invitò dolcemente a prendere qualcosa di caldo nella casa adiacente la Chiesa. Una volta all’interno una sua semplice domanda, del tipo “perché sei qui?”, mi scombussolò a tal punto da cambiare la mia vita: la mia risposta fu infatti una vera e propria esplosione, nella quale riversai tutto il dolore che portavo nel cuore e cosi confessandolo me ne liberai. Al dolore subentrò la gioia per un incontro che fu soprattutto l’Incontro (con la I maiuscola) con Dio, tanto che da li iniziò il mio cammino vocazionale, che mi portò a voler donare la vita proprio a quel Dio che si era presentato a me nella persona di un semplice frate.
 Cosi ho cominciato a compiere il percorso formativo, fatto anche di tante difficoltà, che mi ha portato in vari luoghi e ora che mi trovo ad Assisi, anch’io come frate, sono grato al Signore, perché mi da la possibilità di percorrere un tratto di strada nella terra dove è nato, vissuto e morto, il santo fondatore del mio ordine religioso, San Francesco, il quale prego che mi aiuti a  vivere la vocazione con la stessa coerenza e passione con cui l’ha vissuta lui, cosi da testimoniare ad ogni persona che la vera vita si ha solo in Gesù Cristo! 

fr. Luca Marcattili

martedì 12 maggio 2015

Farrsi frate come Francesco - 6. essere sostegno

Essere sostegno per i deboli

Francesco si lascia trasformare da Gesù. Il Vangelo che ascolta lo sta modellando pian piano ora che è libero da tutto e da tutti. Così veste un nuovo abito a forma di croce, cinto di una corda, per dimostrare che vuole agire come Cristo Crocifisso, cioè regalando la sua vita a tutta l’umanità. Sente di volersi donare a tutti. Altri amici suoi, per primo fu Bernardo, vedono il suo cambiamento e la sua felicità ed allora vogliono stare con lui: sono i primi frati che si aggiungono a Francesco. Il Signore non lo lascia da solo ma gli dà dei fratelli con i quali vivere felicemente insieme. La gioia è una grande cosa da condividere. La gioia che Cristo ci dà può sorreggere la Chiesa e darci forza a seguirlo nella sua volontà. Così Giotto descrive il sogno di Innocenzo III che vide il piccolo Francesco sorreggere con le spalle la Chiesa che stava cadendo.
Anche se siamo piccoli, se sembra che possiamo fare poco, Gesù ha bisogno delle nostre spalle per sorreggere la Chiesa laddove sembra che più stia cadendo: dove c’è ingiustizia, malavita, mancanza di libertà, ignoranza, tristezza. In quei posti le nostre spalle possono essere un appoggio sicuro per tante persone che stanno cadendo, esattamente come la Chiesa dell’affresco.
Diventare frati significa questo: dire a Gesù il proprio “eccomi”, come Francesco, per essere sostegno per tanti che sono deboli.


fr. Rocco Predoti

Prendi e parti per Assisi! "Duc in altum"


DUC IN ALTUM


Non attendere, prendi e parti per Assisi! Dal 30 Maggio al 2 Giugno 2015 l'occasione è buona, per sostare sui luoghi di Francesco con Francesco ed i suoi frati. L'occasione per condividere qualche giorno con i frati francescani in ascolto della voce di Gesù. Se hai tra i 29 ed i 35 anni quest'incontro è fatto per te...


PROGRAMMA:

Sabato 30 maggio:
15.00 Arrivi
18.00 Introduzione
19.00 Vespri

Domenica 31 maggio:
9.00 S. Messa in Basilica
Pellegrinaggio a San Damiano
Pranzo
Pomeriggio: Lectio Divina
18.00 Vespri in Basilica
19.30 Cena

Lunedì 1 giugno:
Lodi mattutine
Attività francescana in Assisi
Pranzo
Pomeriggio: attività francescana in Assisi
Cena

Martedì 2 giugno:
Lodi mattutine
Colazione
Pellegrinaggio al Vescovado
Pranzo
Partenze


NOTE LOGISTICHE
La proposta è rivolta a tutti coloro che hanno tra i 29 e i 35 anni; si svolgerà ad Assisi, ed è organizzata dal Centro Francescano Giovani Assisi, che si trova al Sacro Convento.
Le iscrizioni vanno fatte entro il 10 maggio 2015, o fino a esaurimenti posti. 
Posti disponibili: 65
Prossimamente verranno comunicati dettagli e altre indicazioni.
Per qualsiasi chiarimento e iscrizione, inviare un'email a: segreteria@giovaniversoassisi.it oppure a: francescanicalabria@gmail.com 

domenica 10 maggio 2015

Quanto è bella la mamma....

Auguri a tutte le Mamme
Quanto è bella la mamma, la mano che accarezza la sua pancia piena di vita, le braccia che accolgono una nuova vita appena nata, mani che muovono una culla instancabilmente.
Quanto è bella la mamma, che guarda il proprio bimbo fare i primi movimenti, le prime parole, i primi passi verso una vita tutta sua.
Quant'è bella la mamma quando vede nel figlio non solo un essere umano fatto da lei ma una vita che è molto più grande di quella che si sta svolgendo nelle mura di casa.
Quanto è bella la mamma quando vede in quel figlio un grande dono di Dio, da custodire e rendere ancora più bello con il suo amore. Un figlio di Dio e della mamma, allora la mamma ama come ama Dio.
Quanto è bella la mamma quando piange per il figlio, quando spera che la sua vita non fallisca, che si alzi alto e fiorente nel prato della vita.
Quanto è bella la mamma quando aspetta la notte che ritorni il figlio e poi può iniziare a dormire.
Quanto è bella la mamma quando è l'unica che ritrova ad amare un figlio perso ed insultato dalla società.
Quanto è bella la mamma quando vede che la figlia sta diventando un'altra donna, bella e giovane, un fiore sbocciato alla vita.
Quanto è bella la mamma che accoglie la vocazione per il Signore di un figlio o una figlia e segue questo figlio con gioia e dedizione silenziosa.
Quanto è bella la mamma che accompagna il figlio o la figlia al matrimonio, pronti a formare una famiglia.
Quanto è bella la mamma quando diventa un albero silenzioso e nascosto al quale i figli come edere si avvinghiano per realizzare il progetto di una vita forte e bella.
Quanto è bella la mamma....
Auguri a tutte le mamme!!!

giovedì 7 maggio 2015

I frati Minori Conventuali in Calabria

Dove siamo noi frati in Calabria?
I frati francescani in Calabria hanno una storia antichissima che risale allo stesso San Francesco quando nel Capitolo del 1221 (Il Capitolo è un raduno di tutti i frati che si fa periodicamente) da Assisi inviò frati perchè facessero conosce la famiglia francescana in tutta l'Italia.
Furono cinque i frati inviati ed uno di questi fr. Pietro Catin fu inviato in Calabria.
Attualmente la nostra famiglia francescana è presente in cinque punti della Calabria. A Castrovillari (Cs), ad Amantea (Cs), a Catanzaro, a Catanzaro lido ed a Palmi (Cs).

Cosa facciamo?
La vita dei frati ha un obiettivo principale: rendere lode a Dio per ciò che lui opera in noi. S. Francesco apre la sua Regola con le parole: "La vita dei frati minori è questa, osservare il Santo Vangelo". Questo i frati lo viviamo in fraternità, infatti la vita si svolge sempre insieme ad una fraternità, si vive insieme, si prega insieme e si lavora insieme.
Al mattino si inizia sempre con la preghiera mattutina per poi iniziare ognuno il proprio lavoro, che gran parte si svolge con la gente del posto. Incontri, direzione spirituale, assistenza agli ammalati, catechesi, confessioni, celebrazioni liturgiche.

Perchè io no?
S. Agostino dinanzi alle vite dei santi si chiedeva: "Perchè io no?". Stessa cosa fece S. Antonio di Padova quando vide i corpi dei frati che avevano dato la vita per Cristo in marocco. Si chiese: "Perchè io no?" e si mise a bussare alla porta dei frati a Coimbra e divenne il frate francescano più famoso.
In Calabria noi frati lavoriamo tanto ed il lavoro è molto grande, ma tutto questo lo facciamo con semplicità e quel pizzico di letizia che non guasta mai. Ogni mattina ci rimbocchiamo le maniche per stare con Cristo in mezzo alla gente. e Tu? Forse il Signore sta chiamando anche te come Antonio da Padova e come tutti noi, gente normale ma frati con S. Francesco. Ascolta la tua sete di autenticità perchè Cristo non toglie nulla ma dona tutto.


mercoledì 6 maggio 2015

Farsi frate come Francesco - 5. Il nuovo Padre


Il Padre ama e chiama
Nel Vangelo di oggi Giovedì della V settimana di Pasqua, Gesù ci chiama a rimanere nel suo amore, ad abitare nel suo cuore che si fa casa per tutti noi. La casa del suo cuore è anche la casa del Padre, quella casa che ha le porte sempre aperte da dove esce il Padre che continuamente corre incontro a noi.
Gesù ci chiama innanzitutto a lasciarci abbracciare dall’amore tenero di questo Padre, come ha chiamato il giovane Francesco a lasciarci abbracciare dall’amore del Padre.
Nella raffigurazione di Giotto vediamo che Francesco, ormai deciso a iniziare una vita nuova, inizia proprio lasciandosi avvolgere da questo amore raffigurato dal simbolo del mantello del Vescovo.
Sappiamo dal racconto della vita che il giovane Francesco fu condotto dinanzi al Vescovo di Assisi dal padre Pietro di Bernardone vedendo che lui non voleva ritornare allo stile di vita precedente, «Giunto alla presenza del Vescovo, non sopporta indugio o esitazione; non aspetta ne fa parole; ma immediatamente, depone tutti i vestiti e li restituisce al padre. Poi, inebriato da ammirabile fervore di spirito, depose anche i vestiti interni e si denudò totalmente davanti a tutti dicendo: “Finora ho chiamato te, mio padre sulla terra; d’ora in poi posso dire con tutta sicurezza: Padre Nostro, che sei nei cieli, perché in Lui ho riposto ogni mio tesoro e ho collocato tutta la mia fiducia e speranza”. Il Vescovo, vedendo questo subito si alzò, lo prese piangendo tra le sue braccia e pietoso lo ricoprì con il suo stesso mantello».
Francesco capisce di avere un Padre nel cielo che lo chiama a progetti molto più grandi di quelli che poteva svolgere nella bottega paterna.
L’Amore del padre lo avvolge. Nell’antichità avvolgere con il mantello significa dichiarare amore ad una persona amata. Il Padre celeste tramite li mantello del Vescovo dichiara a Francesco che lo ama totalmente e gli prepara una nuova casa e una nuova famiglia. Giotto raffigura bene questo, ponendo Francesco dentro una nuova casa (sullo sfondo) ed dentro una nuova famiglia con un nuovo padre (Vescovo). Questa nuova vita è separata dalla vecchia famiglia con la striscia di blu che c’è in mezzo. Il blu indica che c’è una grande distanza, Francesco ora segue Cristo e non vuole tornare indietro. Il suo volto ora è totalmente proteso verso l'alto. L’Amore conosce solo una direzione: Avanti!!!

                                                                                     Fr. Rocco Predoti

martedì 5 maggio 2015

Diventare frate.... in Calabria. Si può???

Diventare frate.... cosa fare???

Questa domanda è spesso rivolta, l'abbiamo rivolta noi frati quando abbiamo iniziato il cammino, un gran bel cammino fino a diventare frati e poi vivere da fratelli nella fraternità fatta dallo stesso San Francesco d'Assisi.
Per diventare frate francescano non servono requisiti particolari o titoli di studio ma serve un cuore che si lasci toccare e chiamare da Gesù.
Un cuore buono innanzitutto, Che sappia riconoscere che attorno a sè ci sono persone da volere bene ed attraverso questa passione per gli altri Gesù ti chiama. Francesco è stato chiamato da Gesù quando si è accorto che attorno a sè c'erano dei poveri.
In Calabria i poveri sono tanti e le povertà sono tantissime e lì Gesù passa e chiama. Nelle nostre strade sono tanti gli emarginati, le vittime di ingiustizia, i disoccupati, i bambini senza educazione reclutati dalla ndrangheta. Perciò tanti come Francesco possono dire a Gesù: "Eccomi, manda me"!!! Curare e fasciare le ferite e riparare la sua casa che in ogni epoca ha le sue ferite.

Noi Frati Minori Conventuali accogliamo quanti desiderano ascoltare meglio la chiamata del Signore. Siamo pronti ad ascoltare e guardare insieme la chiamata che Gesù ha posto nel tuo cuore.
Nel Convento di Amantea troverai frati che vivono in semplicità la vita francescana ed offrono il cuore e le braccia alla gente per raccontare quanto è bella la vita con Gesù.

Se vuoi scriverci ecco la mail: francescanicalabria@gmail.com.



lunedì 4 maggio 2015

Farsi frate come Francesco - 4


Và e ripara la mia casa

Continuiamo a scoprire la chiamata vocazionale del giovane Francesco. Ormai Gesù era entrato nel suo cuore e gli stava mettendo il desiderio di essere grande però ancora doveva mostrargli cosa dovesse fare. Era un po’ confuso Francesco ed inizia a fare diverse piccole esperienze che gli fanno intuire la bellezza di stare vicino ai poveri, agli ammalati e quanto povera fosse invece la ricca vita che stava conducendo.
Ascoltiamo il racconto: «Un giorno era uscito nella campagna per meditare. Trovandosi a passare vicino alla chiesa di San Damiano che minacciava rovina, vecchia com’era, spinto dall’impulso dello Spirito Santo, vi entrò per pregare. Pregando inginocchiato davanti all’immagine del Crocifisso si sentì invadere da una grande consolazione spirituale e, mentre fissava gli occhi pieni di lacrime nella croce del Signore, udì una voce scendere dalla croce: «Francesco và, e ripara la mia casa, che come vedi è tutta in rovina».
Questo racconto lo vediamo qui spiegato dai pennelli di Giotto. Francesco entra in questa Chiesa in rovina e finalmente per la prima volta negli affreschi il giovane ha lo sguardo in alto. In questa Chiesa rovinata Francesco alza lo sguardo, non ha paura delle macerie ma guarda Gesù e Gesù guarda lui.
Francesco è chiamato ad aggiustare quella chiesa a rimboccarsi le maniche per aiutare le pietre più rovinate, cioè le persone più abbandonate, più povere.
Gesù grida il nome di Francesco e gli chiede di andare…
Anche tu che stai leggendo “và” senza pauraverso le persone più abbandonate, “và” con il coraggio dello Spirito, “và” pieno dell’Amore di Dio verso coloro che non sono voluti più da nessuno. Questa è la vocazione di ogni frate: andare verso tutti e riparare ciò che in ogni persona rischia di cadere.


Fr. Rocco Predoti

domenica 3 maggio 2015

Che fare della mia vita? - la vocazione di Don Pino Puglisi

"Chiediamo a chi ci ostacola
di riappropriarsi dell'umanità"

Don Giuseppe Puglisi è stato il primo prete ucciso dalla mafia a causa della sua fede, il 15 Settembre 1993. Era Parroco di Brancaccio, un quartiere alla periferia di Palermo. Era nato lì e conosceva l'oppressione della Mafia sulla povera gente e la sua influenza sulla vita della gente.
Non scelse solo di denunciare dal pulpito ma scelse di strappare i figli dei mafiosi al destino dei loro padri: la galera o la morte.
Non voleva che diventassero "uomini d'onore" ma uomini educati al rispetto degli altri, all'amore bello per le loro spose e i loro figli.
Era un sacerdote pieno di Cristo che trasmetteva anche ai suoi amici e ne aveva tanti. Di loro scriveva: "Gli amici sono fatti per essere un Noi, ma nello stesso tempo sono chiamato a vivere ciascuno la propria identità. L'amicizia fa toccare in qualche modo il nucleo di sè stessi ed aiuta a dare risposte eterne".
Il Pensiero di Don Pino era fisso sempre sul Vangelo, su Cristo e non poteva permettere che i mafiosi togliessero la libertà di pensiero e di Amore che Gesù aveva regalato a tutti.
Dopo aver ricevuto alcune minacce chiedeva che i mafiosi si convertissero ed aiutassero ad ottenere ciò che è indispensabile per i più poveri e la libertà di tutti.
Sapeva di poter morire ma il martirio sull'esempio di Cristo ha potenziato il suo amore verso la sua gente.
Il suo esempio ci fa chiedere: Che fare della mia vita?
In un mondo dove ognuno cerca solo la felicità per se stessi Don Pino ci dice che è possibile regalare la sua vita agli altri seguendo Gesù. Anche Lui come San Francesco ha venduto tutto ed ha seguito Gesù. Grazie alla vocazione di Don Pino la mafia è più debole e molta gente vive in libertà.
In una terra come la Calabria l'esempio di Don Pino ci dice che sconfiggere la mafia si può. Insieme con Gesù e la libertà che ci vuole regalare.

fr. Rocco Predoti