Nel caldo dell’estate, nel tempo del riposo il Signore non manca di
venire incontro a noi con la sua Parola con un dinamismo proprio dell’innamorato:
chiamandoci in disparte.
Quale immagine più bella per descrivere la chiamata di ogni uomo se non
questa: l’innamorato che porta in disparte per poter vivere la dimensione
intima della relazione, per poter incrociare lo sguardo con Lui che per primo
chiama, e poi richiama, e chiama ancora per venire in disparte.
Diceva bene Francesco, quando - parlando della sua vocazione – attribuiva
tutta l’iniziativa a Lui: “Il Signore diede a me, frate Francesco”.
Gesù chiama gli apostoli a riposare con lui, a non pensare a nulla se
non a Lui, non li chiama a cose magnifiche, ma a lasciar da parte ogni lavoro,
ogni impegno, anche la missione stessa e stare con lui.
La vita con Cristo non è un continuo agire, un’angoscia del fare ma un
poggiare il capo su di lui, a lasciar andare il pensiero a lui e sentirsi come
un bambino nelle braccia della madre e vivere quella dimensione intima e tenera
che Lui vuole vivere con noi.
Cristo conduce nel deserto, dove nulla d’esterno interrompe il dialogo
con Lui ma esso rimane sempre il luogo della tentazione, quella di fuggire per
recuperare l’attività, spesso gratificante, quella di ritrovare le nostre
piccole schiavitù che ci rendono felici, quella di ritrovare la nostra voglia
di fare, di sentirci vivi.
“Nel deserto parlerò al tuo cuore” canta l’autore dolce del Cantico dei
cantici dove Dio si presenta come il più desideroso tra gli amanti, desideroso
del cuore dell’uomo al quale parlare ed ora Cristo invita noi ad andare con Lui
in disparte e far parlare al nostro cuore.
Allora lasciamoci portare in disparte da lui, lasciamo che il nostro
cuore batta dentro il petto al suono delle sue parole anche in questo tempo
quando c’è il rischio di sostituire al riposo mille attività alternative;
recuperiamo l’intimità di Cristo, lasciamo che la nostra testa cada sul petto
del Maestro e liberiamo il nostro cuore da ciò che impedisce di essere liberi ad amati da Lui.
Spesso le tante cose da fare ci portano ad andare in mille direzioni
perdendo il riferimento centrale, la strada maestra, come pecore senza pastore
allora guardiamo a Lui, al suo amore materno, Lui che non prova una semplice
compassione ma si sente muovere le viscere, come ben descrive Marco utilizzando
un verbo materno. Lasciamoci coccolare da questo amore di madre, da Cristo che
ci chiama, ci chiama a seguirlo, a seguire il suo Amore, a rimanere con Lui.
fr.
Rocco Predoti
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