Esperienza vocazionale
Mi amasti e ti amai
,Tocca a tutti domandarsi circa il senso della propria vita, dare una risposta al perché dei propri giorni osservando lo svolgersi degli eventi attorno a sé, ricercando questa risposta in se stessi oppure negli altri. Sta qui il gioco di tutto: essere uno scrutatore della realtà circostante ignaro dell’abisso dentro di sé oppure un cultore del proprio tesoro che ad un certo punto della vita ti accorgi di possedere.
È questo tesoro che rende ognuno di noi ricchi di quelle cose che spesso vengono relegate nel dimenticatoio esistenziale, memori solamente di ciò che è effimero, creando una società edonistica e materiale che punta i propri obiettivi sulla materialità assoluta trasformando anche l’uomo in “ un pacco che l’ostetrica spedisce al becchino” espressione di Nietzche che racchiude in sé il concentrato dell’assenza di un autentico umanesimo.
È la consapevolezza di possedere questo grande Tesoro che ti fa uscire dalle logiche commerciali che classificano l’uomo in utile o inutile, ed inizi a guardare la tua vita con occhi nuovi, occhi diversi; capisci che sei ricco in un modo diverso, autentico, proprio come fece Francesco d’Assisi: si accorse di valere molto di più di quel che poteva apparire perché era prezioso agli occhi di Dio.
Questa preziosità lo fece impazzire di gioia, era ricco perché il tesoro che aveva trovato era Colui che lo aveva creato e pensato sin dall’eternità, che per lui aveva creato il cielo, le stelle, il sole, la terra ed ogni cosa che lo circondava; volendo possedere tale tesoro vendette tutto acquistandolo a prezzo delle proprie sicurezze, del proprio passato, dei propri sogni. Era prezioso perché era Amato, da un Amore di roccia; era amato dall’Amore.
Mi accorsi pure io di essere amato, mi accorsi ma non mi fidavo, rincorrevo i miei sogni, i miei progetti ma tante e troppe cose non mi spiegavano il senso della mia vita, ascoltavo lezioni di vita alla scuola del mondo ma nessuno mi sapeva spiegare il segreto della piena realizzazione. Ero un dato che riempiva i tanti elenchi della nostra società, ma non mi interessava dove stavo collocato come dato, collocazione che genera amori e rancori, qualunque fosse il mio posto non ero veramente ricco. Avevo le mani piene, ma di proprietà deboli, che terminavano la loro utilità laddove la iniziavano, ero un compratore di conchiglie, cose morte che seppur appariscenti non hanno nessuna utilità se non l’illusione di ascoltare le onde di mari lontani.
Un giorno mi incuriosì l’esperienza del mercante del Vangelo che vende tutto per comprare il terreno dentro al quale è stato trovato un tesoro prezioso, non ero io ad andare incontro a questo Tesoro, era Lui che veniva verso di me, il Padre che corre incontro al Figlio; mi venne incontro ed avevo le mani sporche e vuote, ero stanco e povero, le mie vesti di lusso erano consumate, i miei gioielli si erano arruginiti e sentìì le sue mani pulirmi il viso sporco, abbracciarmi stringendomi a sé, mi sentivo amato, mi sentivo figlio. L’Amore con l’amore si paga, cantava la Vanoni, ed è vero, non ho potuto non rispondere con amore a così tanto bene; così l’asse centrale dei miei interessi iniziò a spostarsi da me a Dio, tutto iniziava a ruotare intorno a Lui.
Tale rotazione mi portò a scoprire colui che prima e meglio di me aveva risposto a tale amore con una forma così concreta da rendersi come Cristo, alter Christus, restai impressionato dall’agire di Francesco così iniziai a scrutare l’essenza di tale agire, a ricercare il motivo primario delle scelte di Francesco, il suo archè. Dio era la risposta, Dio era il fine, era la sua bellezza, la causa di tutto il suo agire. Non ero pago delle mie ricerche, capivo sempre più che quello era il mio punto di partenza, Francesco; non sapevo però ne dove andare e né come andare. Nei miei progetti non c’erano nè frati, né conventi né nulla di tutto quel che appartiene al mondo Francescano, gli scritti di Francesco erano per me la piena applicazione del Vangelo e da ciò partì per Amantea, indirizzato da un frate mio carissimo amico, nel gennaio del 2008. Partivo senza sapere né chi incontravo né cosa mi aspettasse, volevo solo scoprire come si vive secondo il modello di Francesco; vi ritornai diverse volte ad Amantea guidato dal P.Custode di Calabria e pian piano mi conformavo a quel modo di vivere, era la radice del Vangelo, stavo iniziando a scavare intorno alla pianta della mia vita con gli attrezzi datimi da Francesco e vi trovavo le mie radici che necessitavano questo modo di vivere. Niente e nessuno attirava più il mio interesse, avevo trovato il mio Tesoro e non dovevo farmelo portare via, ero ricco e non volevo ritornare povero. Il 5 gennaio 2009 varcavo l’atrio della ricca reggia, il Tesoro ormai era mio, mi attendeva il Mio Diletto, il Mio Signore: Entravo in Convento.
Ho trascorso già un anno dal mio ingresso come postulante e più son debole nel mio camminare più sperimento la infinita misericordia di Dio, mi sento amato e voluto da Dio qui, nel convento dei frati minori conventuali di Benevento. Ho una sola certezza nella mia vita: seguire la Sua volontà, qual è? Non lo so, posso semmai dire qual’è stata la sua volontà per me fino ad oggi ma ogni giorno lascio che Lui realizzi il suo progetto su di me; per questo non mi resta altro da fare che abbandonarmi a Lui come una foglia al suo vento.
Non sono da solo a volare abbandonato a Dio, altri tre compagni mi sono stati messi accanto nel mio iter formativo. Essi insieme ai miei formatori mi sono guide e custodi, un dono dell’infinito amore di Dio, mi hanno accolto compreso ed amato, le loro mani sono state il mezzo di Dio per abbracciarmi, le loro parole mi istruiscono quotidianamente alla vita fraterna perché la più grande scuola di vita fraterna è il fratello stesso, dove i momenti più belli sono le lezioni e quelli difficili sono le prove d’esame. Al mio ingresso mi fu scritto da uno di loro: “noi saremo il tuo banco di prova”,non si può dire che è difficile vivere di Cristo ed ecco che vivere in modo fraterno è gustare Cristo attimo dopo attimo. Non sono irreale, sto solamente parlando di me e dei miei fratelli, amati e chiamati dall’Amore ineffabile. Rocco
È questo tesoro che rende ognuno di noi ricchi di quelle cose che spesso vengono relegate nel dimenticatoio esistenziale, memori solamente di ciò che è effimero, creando una società edonistica e materiale che punta i propri obiettivi sulla materialità assoluta trasformando anche l’uomo in “ un pacco che l’ostetrica spedisce al becchino” espressione di Nietzche che racchiude in sé il concentrato dell’assenza di un autentico umanesimo.
È la consapevolezza di possedere questo grande Tesoro che ti fa uscire dalle logiche commerciali che classificano l’uomo in utile o inutile, ed inizi a guardare la tua vita con occhi nuovi, occhi diversi; capisci che sei ricco in un modo diverso, autentico, proprio come fece Francesco d’Assisi: si accorse di valere molto di più di quel che poteva apparire perché era prezioso agli occhi di Dio.
Questa preziosità lo fece impazzire di gioia, era ricco perché il tesoro che aveva trovato era Colui che lo aveva creato e pensato sin dall’eternità, che per lui aveva creato il cielo, le stelle, il sole, la terra ed ogni cosa che lo circondava; volendo possedere tale tesoro vendette tutto acquistandolo a prezzo delle proprie sicurezze, del proprio passato, dei propri sogni. Era prezioso perché era Amato, da un Amore di roccia; era amato dall’Amore.
Mi accorsi pure io di essere amato, mi accorsi ma non mi fidavo, rincorrevo i miei sogni, i miei progetti ma tante e troppe cose non mi spiegavano il senso della mia vita, ascoltavo lezioni di vita alla scuola del mondo ma nessuno mi sapeva spiegare il segreto della piena realizzazione. Ero un dato che riempiva i tanti elenchi della nostra società, ma non mi interessava dove stavo collocato come dato, collocazione che genera amori e rancori, qualunque fosse il mio posto non ero veramente ricco. Avevo le mani piene, ma di proprietà deboli, che terminavano la loro utilità laddove la iniziavano, ero un compratore di conchiglie, cose morte che seppur appariscenti non hanno nessuna utilità se non l’illusione di ascoltare le onde di mari lontani.
Un giorno mi incuriosì l’esperienza del mercante del Vangelo che vende tutto per comprare il terreno dentro al quale è stato trovato un tesoro prezioso, non ero io ad andare incontro a questo Tesoro, era Lui che veniva verso di me, il Padre che corre incontro al Figlio; mi venne incontro ed avevo le mani sporche e vuote, ero stanco e povero, le mie vesti di lusso erano consumate, i miei gioielli si erano arruginiti e sentìì le sue mani pulirmi il viso sporco, abbracciarmi stringendomi a sé, mi sentivo amato, mi sentivo figlio. L’Amore con l’amore si paga, cantava la Vanoni, ed è vero, non ho potuto non rispondere con amore a così tanto bene; così l’asse centrale dei miei interessi iniziò a spostarsi da me a Dio, tutto iniziava a ruotare intorno a Lui.
Tale rotazione mi portò a scoprire colui che prima e meglio di me aveva risposto a tale amore con una forma così concreta da rendersi come Cristo, alter Christus, restai impressionato dall’agire di Francesco così iniziai a scrutare l’essenza di tale agire, a ricercare il motivo primario delle scelte di Francesco, il suo archè. Dio era la risposta, Dio era il fine, era la sua bellezza, la causa di tutto il suo agire. Non ero pago delle mie ricerche, capivo sempre più che quello era il mio punto di partenza, Francesco; non sapevo però ne dove andare e né come andare. Nei miei progetti non c’erano nè frati, né conventi né nulla di tutto quel che appartiene al mondo Francescano, gli scritti di Francesco erano per me la piena applicazione del Vangelo e da ciò partì per Amantea, indirizzato da un frate mio carissimo amico, nel gennaio del 2008. Partivo senza sapere né chi incontravo né cosa mi aspettasse, volevo solo scoprire come si vive secondo il modello di Francesco; vi ritornai diverse volte ad Amantea guidato dal P.Custode di Calabria e pian piano mi conformavo a quel modo di vivere, era la radice del Vangelo, stavo iniziando a scavare intorno alla pianta della mia vita con gli attrezzi datimi da Francesco e vi trovavo le mie radici che necessitavano questo modo di vivere. Niente e nessuno attirava più il mio interesse, avevo trovato il mio Tesoro e non dovevo farmelo portare via, ero ricco e non volevo ritornare povero. Il 5 gennaio 2009 varcavo l’atrio della ricca reggia, il Tesoro ormai era mio, mi attendeva il Mio Diletto, il Mio Signore: Entravo in Convento.
Ho trascorso già un anno dal mio ingresso come postulante e più son debole nel mio camminare più sperimento la infinita misericordia di Dio, mi sento amato e voluto da Dio qui, nel convento dei frati minori conventuali di Benevento. Ho una sola certezza nella mia vita: seguire la Sua volontà, qual è? Non lo so, posso semmai dire qual’è stata la sua volontà per me fino ad oggi ma ogni giorno lascio che Lui realizzi il suo progetto su di me; per questo non mi resta altro da fare che abbandonarmi a Lui come una foglia al suo vento.
Non sono da solo a volare abbandonato a Dio, altri tre compagni mi sono stati messi accanto nel mio iter formativo. Essi insieme ai miei formatori mi sono guide e custodi, un dono dell’infinito amore di Dio, mi hanno accolto compreso ed amato, le loro mani sono state il mezzo di Dio per abbracciarmi, le loro parole mi istruiscono quotidianamente alla vita fraterna perché la più grande scuola di vita fraterna è il fratello stesso, dove i momenti più belli sono le lezioni e quelli difficili sono le prove d’esame. Al mio ingresso mi fu scritto da uno di loro: “noi saremo il tuo banco di prova”,non si può dire che è difficile vivere di Cristo ed ecco che vivere in modo fraterno è gustare Cristo attimo dopo attimo. Non sono irreale, sto solamente parlando di me e dei miei fratelli, amati e chiamati dall’Amore ineffabile. Rocco
Fantastico Rocco, rendo infinitamente grazie a Dio per avermi dato l'opportunità di conoscere te e l'incredibile realtà d'amore che rappresentano i frati francescani. Questa testimonianza della tua vocazione mi è entrata nel cuore. Ti abbraccio in Cristo e continuo a pregare per te. A presto.
RispondiEliminaCaro Rocco.. come sempre le tue parole fanno nascere dai miei occhi piccole lacrime di gioia.. il tesoro.. quel tesoro così bello k nn tutti capiscono di possedere.. quello k abbiamo trovato ad Assisi.. rocco ti ricordi quando mi dicesti k sono un dono di Assisi?? qll parole mi sono rimaste nel cuore e nn le toglierò mai.. spero solamente di rimanere un bel dono.. vorrei che tu nn dimenticassi mai le nostre avventure insieme.. mi avete fatto crescere tanto... caro zio rocco ti voglio infinitamente bene!!!!
RispondiEliminaMarta!!
Ciao mia cara montagna, ho letto la tua testimonianza e tutto cio conferma quello che penso e ho sempre pensato di te...Ringrazio Dio per avermi dato l'Opportunità di conoscere una persona speciale cm te...Sono poche le persone che lasciano il segno e tu come hai detto qst estate cn una delle tue battute sei una di quelle...ed è vero...spero di rivederti presto..con immenso Affetto la tua Neve...
RispondiEliminamolto bella la tua esperienza vocazionale lascia un segno nel mio cuore.mentre la leggevo i miei occhi si riempivano di lacrime e il cuore di gioia,io sono una mamma di due ragazze ormai sposate.sono crescuta nella fede,in una parrocchia francescana e sono grata a Dio x l'aiuto ke mi hanno dato i frati nei momenti più difficili della mia vita.prego incessantemente x le vocazioni,ma sento ke nn basta è come se DIO mi chiamasse a dare qualcosaltro come posso rendermi utile? a chi mi devo rivolgere?vivo a palmi (rc)grazie x la tua esperienza e grazie a Dio ke continua il suo piano di salvezza attraverso la generosità di giovani come te.la pace e la gioia del Risorto ti siano compagne .Maria
RispondiEliminagrazie per la tua testimoninza Maria, sopratutto immensamente grazie per la preghiera per le vocazioni, chi prega per tale intenzione è cm la cera della candela, senza di essa la fiamma durerebbe un attimo, continua a pregare per tanti che han permesso a Dio di farsi scegliere e perchè ci sia una sempre più maggiore risposta alla sua chiamata, prega sopratutto perchè ci siano risposte in santità..... e che la fiamma della vocazioni arda sempre più forte grazie alla tua preghiera..... Rocco
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