Non
mi aggiungo ai fiumi di parole che in questi mesi passano sotto i nostri occhi
sulla reazione alla proposta evangelica che Papa Francesco riporta dinanzi agli
occhi del mondo.
Ma faccio
un sorriso soddisfatto quando questo uomo si rivolge a noi, donne e uomini
chiamati a seguire Cristo, e non c’è volta che non tocca qualcosa che a tanti
di noi può far male.
E’
bello sentir parlare di coraggio evangelico con il coraggio evangelico; è bello
sentir parlare di vocazione da chi incarna un vivere autenticamente la
vocazione ed il mondo reagisce, applaude e ascolta lontano da populismi perché il
mondo ha sete di autenticità, né di mezze parole o mezze misure, sete di uomini
che incarnino la Parola, quella di Dio.
Mi
domando perché si chiede autenticità a noi chiamati, perché il semplice
indossare un abito o snocciolare pie litanie o l’ostentare una formale
perfezione nell’esecuzione dei gesti sacri getti una brutta ombra sull’essere
cristiano e si pone un tampone al compimento della Parola di Dio.
Non
so dare risposte eccetto che per me stesso ma credo che il tutto debba essere
cercato in quella scintilla che scoppia in noi generando il big-bang della
sequela quando si dice “si” alla proposta di Cristo di seguirlo.
La
vocazione è andare incontro all’amore, più si ama e più c’è slancio; più si va
avanti e più si ama. Non si può partire con un bagaglio di “se – ma – forse –
però – fino a quando….”, Cristo non ci chiama per avere un abito religioso o
per avere una sicurezza, Cristo non ci chiama per fare un mestiere o una pia
recita a lungo termine.
Cristo
ci vuole uomini, non del breve termine, ma per sempre. Noi cadiamo e lui ci rialza,
noi cadiamo e ci rialza, un dinamismo che si prolunga fino alla morte ma ci
vuole per sempre.
Non
un’esperienza religiosa ma vita cristiana, vita dove si avverta la stanchezza,
la delusione, la sfiducia ed in ciò gli apostoli del sabato santo sono maestri
compreso Francesco che arranca sulle cime della Verna al colmo della delusione.
Vita cristiana, vita di sequela con la nostra umanità, e uomini coraggiosi nel
quotidiano chiede Cristo, uomini dell’oggi e non spauracchi che rannicchiati
negli angolini rimurginano passati rimorsi e future paure. Uomini che, come dalle vetrate istoriate di storia della salvezza nell’aula
della Basilica di Assisi, siano illuminati dalla luce che la storia sa dare sul
proprio cammino.
Vocazione
confidare nell’azione che Dio compie in ognuno di noi, nelle grandi cose che fa
con le piccole cose che noi promettiamo.
Il
popolo di Dio comprende queste cose, noi spesso annacquiamo e le dimentichiamo.
Ma lo Spirito ha soffiato ed ora c’è un nuovo uomo che offre la sua spalla per
sorreggere la Chiesa, la forza di Pietro con l’esempio di Francesco. Il mondo
ne è contento, la Chiesa gioisce, perciò apriamo con coraggio il nostro cuore
alla voce di Cristo: “Vieni e seguimi”.
fr. Rocco Predoti
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