sabato 21 luglio 2012

Vocazione estiva...chiamati al riposo

Nel caldo dell’estate, nel tempo del riposo il Signore non manca di venire incontro a noi con la sua Parola con un dinamismo proprio dell’innamorato: chiamandoci in disparte.


Quale immagine più bella per descrivere la chiamata di ogni uomo se non questa: l’innamorato che porta in disparte per poter vivere la dimensione intima della relazione, per poter incrociare lo sguardo con Lui che per primo chiama, e poi richiama, e chiama ancora per venire in disparte.
Diceva bene Francesco, quando - parlando della sua vocazione – attribuiva tutta l’iniziativa a Lui: “Il Signore diede a me, frate Francesco”.
Gesù chiama gli apostoli a riposare con lui, a non pensare a nulla se non a Lui, non li chiama a cose magnifiche, ma a lasciar da parte ogni lavoro, ogni impegno, anche la missione stessa e stare con lui.
La vita con Cristo non è un continuo agire, un’angoscia del fare ma un poggiare il capo su di lui, a lasciar andare il pensiero a lui e sentirsi come un bambino nelle braccia della madre e vivere quella dimensione intima e tenera che Lui vuole vivere con noi.
Cristo conduce nel deserto, dove nulla d’esterno interrompe il dialogo con Lui ma esso rimane sempre il luogo della tentazione, quella di fuggire per recuperare l’attività, spesso gratificante, quella di ritrovare le nostre piccole schiavitù che ci rendono felici, quella di ritrovare la nostra voglia di fare, di sentirci vivi.
“Nel deserto parlerò al tuo cuore” canta l’autore dolce del Cantico dei cantici dove Dio si presenta come il più desideroso tra gli amanti, desideroso del cuore dell’uomo al quale parlare ed ora Cristo invita noi ad andare con Lui in disparte e far parlare al nostro cuore.
Allora lasciamoci portare in disparte da lui, lasciamo che il nostro cuore batta dentro il petto al suono delle sue parole anche in questo tempo quando c’è il rischio di sostituire al riposo mille attività alternative; recuperiamo l’intimità di Cristo, lasciamo che la nostra testa cada sul petto del Maestro e liberiamo il nostro cuore da ciò che  impedisce di essere liberi ad amati da Lui.
Spesso le tante cose da fare ci portano ad andare in mille direzioni perdendo il riferimento centrale, la strada maestra, come pecore senza pastore allora guardiamo a Lui, al suo amore materno, Lui che non prova una semplice compassione ma si sente muovere le viscere, come ben descrive Marco utilizzando un verbo materno. Lasciamoci coccolare da questo amore di madre, da Cristo che ci chiama, ci chiama a seguirlo, a seguire il suo Amore, a rimanere con Lui.

fr. Rocco Predoti

lunedì 16 luglio 2012

Creati per cose più grandi...vocazione alla felicità.


Carissimi, rieccomi ...!!!!
dopo un periodo di pausa causa esami. Intanto sono rientrato in Calabria dove trascorrerò il periodo estivo.
Sono stato la scorsa settimana a vivere un campo-scuola a Mormanno, un dolce paesino ai piedi del Pollino. Un gruppo di ragazzi pieni di vita riuniti dalla Centro Diocesano Vocazioni della Diocesi di Cassano all’Jonio per vivere una settimana insieme e riflettere sulla propria vocazione.
Bella sfida direi, far riflettere questi ragazzi sulla propria vocazione, una sfida che gli ideatori ed animatori hanno saputo cogliere e lanciare ai ragazzi stessi.
Nel parlare di vocazione si pensa subito alle varie scelte di vita consacrata e sacerdotale ed immediatamente si abbraccia o si prendono le distanze da tale idea come un po’ questi ragazzi nel sentir parlare di vocazione in molto han premesso che diventare prete, frate, suora non era nei loro pensieri.
Per calarsi nel significato autentico della parola “Vocazione” sono stati guidati da Pinocchio ed i suoi amici… Bel percorso alla scoperta di se stessi e giorno dopo giorno li vedevo aprire le loro testoline ala comprensione della loro vocazione.
Non parlo di una discesa straordinaria dello Spirito Santo stile holliwood che ad ognuno ha affidato un incarico speciale, no… ma questi ragazzini hanno preso coscienza che erano chiamati a diventare grandi o meglio persone grandi e grandi si diventa essendo felici, chiamati quindi alla felicità, ecco la loro vocazione, la vocazione di tutti: essere felici.
Così ha sintetizzato il Vescovo della Diocesi Mons. Nunzio Galantino incontrando questi ragazzi li ha incoraggiati ad essere sempre speciali e felici dando gusto a quanto ogni giorno si fa e fare tutto questo con coraggio.
Parole che non servono solo a loro ma ad ognuno di noi perché la nostra vocazione è la felicità suprema, la più bella, quella di essere Figli amati da Dio che non smette mai di amarci e per questo non possiamo non dare gusto a quanto realizziamo, a quanto le nostre mani riescono ad operare, mani che creano cose grandi.
Guardavo la spensieratezza felice di questi ragazzi ma allo stesso tempo osservavano la loro speranza in noi educatori, speranza di qualcosa di diverso da ciò che ricevono di solito, speranza di qualcosa di migliore e dinanzi a quest’attesa mi son sentito ancora una volta frate di Francesco d’Assisi, mandato proprio da Assisi per raccontare la mia vita con Cristo anche con un semplice sorriso, un’ abbraccio, una chiacchierata. Al momento della partenza mi sono sentito come il pellegrino incontrato in questi giorni: libero e leggero, come ci voleva Francesco, libero di aver svolto il mio compito e leggerò perchè non sarò più accanto a questi ragazzi, non potrò osservare e guidare la loro crescita ma ho portato con me la gioia di essere stato per loro più che una guida un fratello: un semplice frate…..un normale grillo parlante.
 
fr. Rocco Predoti