domenica 29 aprile 2012

L'Amore di Dio rimane per sempre...amore vocazionale.



Carissimi, oggi, Domenica del Buon o Bel Pastore, la Chiesa ci chiede di pregare perché il Signore mandi operai a lavorare il suo terreno, il terreno di questo mondo, un terreno assetato di verità e di Amore. Operai che, infiammati da quest’Amore scelgano di seguire i passi di Cristo.
Riporto qualche stralcio del Messaggio per la 69° Giornata di Preghiera per le vocazioni di Benedetto XVI, incentrando le motivazioni della scelta vocazionale come risposta all’Amore:


“ Noi siamo amati da Dio “prima” ancora di venire all’esistenza! Mosso esclusivamente dal suo amore incondizionato, Egli ci ha “creati dal nulla” (cfr 2Mac 7,28) per condurci alla piena comunione con Sé.

Preso da grande stupore davanti all’opera della provvidenza di Dio, il Salmista esclama: “Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?” (Sal 8,4-5). La verità profonda della nostra esistenza è, dunque, racchiusa in questo sorprendente mistero: ogni creatura, in particolare ogni persona umana, è frutto di un pensiero e di un atto di amore di Dio, amore immenso, fedele, eterno (cfr Ger 31,3). La scoperta di questa realtà è ciò che cambia veramente la nostra vita nel profondo. In una celebre pagina delle Confessioni, sant’Agostino esprime con grande intensità la sua scoperta di Dio somma bellezza e sommo amore, un Dio che gli era stato sempre vicino, ma al quale finalmente apriva la mente e il cuore per essere trasformato: “Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace” (X, 27.38). Con queste immagini, il Santo di Ippona cerca di descrivere il mistero ineffabile dell’incontro con Dio, con il Suo amore che trasforma tutta l’esistenza.

L’amore di Dio rimane per sempre, è fedele a se stesso, alla «parola data per mille generazioni» (Sal 105,8). Occorre, pertanto, riannunciare, specialmente alle nuove generazioni, la bellezza invitante di questo amore divino, che precede e accompagna: esso è la molla segreta, è la motivazione che non viene meno, anche nelle circostanze più difficili.

L’Amore è il motore della vocazione, questo lo dimostrava già Francesco quando l’Amore divenne per lui talmente forte da farlo bruciare, come descrive la Legenda Maior di S. Bonaventura:

“In lui l’incendio indomabile dell’amore per il buon Gesu`
si era sviluppato in vampe e fiamme di carita` cosı` forte, che le
molte acque non potevano estinguerla.
3. L’ardore serafico del desiderio, dunque, lo sopraelevava
in Dio e un dolce sentimento di compassione lo trasformava
in Colui che volle, per eccesso di carita`, essere crocifisso.”

Fr. Rocco Predoti

mercoledì 25 aprile 2012

Incontro Vocazionale: Formati da Gesù.

Ritorna l'appuntamento con Gesù per scoprire quale progetto ha per noi, per scoprire meglio la propria chiamata, la propria vocazione.
Il Week-end vocazionale ti dà l'opportunità di raccoglierti in silenzio con Dio, aiutato dai frati, ascoltare come frate Francesco nel silenzio del tuo cuore la Parola che Dio ti rivolge, per invitarti a seguirlo.
Per chi vive in sè il desiderio di diventare frate francescano e condividere la vita dei Frati Minori Conventuali ti aspettiamo Sabato 28 e Domenica 29 Aprile al Convento di S. Bernardino ad Amantea guidati dal tema: Formati da Gesù.


Per partecipare chiama: Fr. Francesco  Celestino, 0982/424379.



lunedì 23 aprile 2012

Diventare frate francescano... la risposta di un giovane.





Ciao a tutti fratelli !!!
Sono Bruno, ho 25 anni e provengo da Salerno; da ottobre dello scorso anno sono a Benevento per vivere  la formazione iniziale che prende il nome di postulato, primo cammino per diventare frate francescano.
Vorrei riassumere la mia esperienza vocazionale (come credo quella di tutti), con la parola Amore. Sono qui perché attratto dal Signore che, in ogni istante della mia vita, mi ha amato profondamente; Lui che è buono, Lui che è Amore attrae in modo incredibile con la sua Parola, con la sua presenza. Bisogna però porsi in ascolto; diventare un’anfora vuota per essere pieno di Dio.
            Il Signore mi ha messo nel cuore una sorta di nostalgia di Lui per cercarLo sempre con coraggio e passione fino ad arrivare qui, tra i Frati Conventuali per discernere la Sua chiamata e  per perfezionare la risposta che do e che cerco di vivere al meglio insieme ai miei fratelli.         
Tutto ebbe inizio nel 2005 ad Assisi dove feci i miei primi esercizi spirituali.
                         Credo che proprio in quei giorni la figura del poverello di Assisi mi colpì profondamente, mi turbò ma i tempi di Dio non sono i miei tempi…e così continuai la mia vita indifferente, gettando questa esperienza sotto la sabbia, temendo che fosse soltanto una mia impressione.
Intanto però l’amore scava, scatena, provoca, incoraggia…fino a lasciare tutto, abbandonare ogni mio progetto di studio e di vita. Una scelta piena di timore, di paura, di domande…ma nel frattempo piena di gioia, piena di entusiasmo e di slancio che mi hanno fatto sentire completo, come se non avessi bisogno di nient’altro…fino ad arrivare qui per seguire il Signore allo stesso modo di S. Francesco, per diventare frate e testimoniare, con la vita, in modo semplice, il Vangelo.
 
Diventare frate per me vuol dire vivere in libertà, liberi nello spirito per amare direttamente Dio con i fratelli; vuol dire vivere con gioia per lodare Dio di tutte le meraviglie che compie ogni giorno; vuol dire vivere con i fratelli con cui condividere la vita, l’esperienza di Dio, la preghiera e la gioia; vuol dire essere dono e vivere gli altri come dono di Dio nel servizio: vuol dire essere pieni di stupore e meraviglia verso le cose più semplici. Insomma: liberi per essere ricompensati all’infinito, senza calcoli!
           

Mi chiedo perché un giovane dovrebbe vivere un’avventura francescana?

Credo semplicemente  che il Signore chiama tantissimi giovani sui passi di Francesco e che debbano, con serenità, capire cosa Lui vuole da loro.

 Ognuno di noi ha il diritto di comprendere quale sia la strada per arrivare alla gioia immensa e piena…perché il Signore ci vuole innanzitutto e soprattutto felici!
Allora cari giovani, coetanei e non, mettetevi in ascolto…muoviamoci per seguire Gesù che dice: “venite e vedrete”. Andiamo per vederLo, andiamo per comprendere, andiamo nel silenzio per ascoltarlo, andiamo in preghiera per parlargli, andiamo per affidargli ogni nostra paura, gioia, sofferenza, andiamo per metterci al suo servizio : innanzitutto andiamo!
Abbandoniamoci a Lui che ci “ha chiamato amici” e che ogni giorno, attraverso le persone che ci circondano e gli eventi che accadono, ci guida…per quella strada che, nonostante sia in salita, porta alla gioia vera, porta al tesoro nascosto che distrugge la tristezza del mondo.

Bruno Giordano

giovedì 19 aprile 2012

La Vocazione Francescana ha il Volto Giovane.





La settimana di Pasqua, la settimana dello stupore contemplativo del sepolcro vuoto, la settimana fondata sull’alba del giorno nuovo ha visto, ad Assisi, l’alba del giorno nuovo per il francescanesimo europeo.
Radunati attorno alla tomba di Frate Francesco, 300 giovani Frati Minori Conventuali provenienti dalle diverse case formative sparse in Europa, accompagnati dai nostri formatori, ministri provinciali ed il Ministro Generale fr. marco tasca, abbiamo vissuto una settimana insieme per riflettere sul nostro carisma francescano e per poter approfondire la consapevolezza che siamo noi “il Volto giovane del francescanesimo” europeo.
Si è vissuto un clima di festa ed armonia sin dal mometo dell’arrivo di tutti incontrandosi davanti la basilica, non era la scena dolcificata di un film ma un insieme concreto e reale di sentimenti gioiosi di fratelli che si corrono incontro abbracciandosi dopo tanto tempo che non ci si vedeva, ma amore fraterno.
Questo dimostra che l’Amore fraterno ancora è possibile e questo sperimentato nel ritorno alla casa paterna, così definita da tanti dato l’eco ridondane: “finalmente a casa”.
Non mi dilungo a ripetere le cifre dell’evento ma racconto la qualità della gioia che ci ha animati.
Si vedevano scene di gioia autentica, avvertendo nel fratello che stava acanto e che si rivedeva dopo tanto tempo oppure che non si era ancora conosciuto, pur di un’altra lingua e cultura l’appartenenza alla stessa famiglia e la condivisione dello stesso ideale.
particolare è stata la gioia mia e dei miei compagni con i quali ho trascorso l’anno di Noviziato ad Assisi quando ci siamo riabbracciati dopo il tempo trascorso dal giorno della Professione dei voti il quale sembrava non fosse mai trascorso ma anzi la lontananza aveva accresciuto in noi il desiderio di rivederci.
Ovvio lo scambio di esperienze di questo tempo di formazione ma durante la settimana ogni momento era opportuno per ritornare a star insieme rivivendo la gioia dei tempi del Noviziato, perché questo tempo lega in maniera particolare noi frati, e noi nonostante le differenze culturali ci eravamo lasciati come un gruppo compatto e tali ci siamo ritrovati.
Ma lo sguardo non può limitarsi solo alla gioia di rivedere i compagni di Noviziato ma tanti sono stati i frati conosciuti provenienti da Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Croazia, Inghilterra, Germania, Francia e con loro condividere la propria esperienza di vita e nemmeno le difficoltà legate alla differenza di lingue ci hanno impedito di vivere momenti di fraternità.
Insieme abbiamo pregato sulla Tomba di Frate Francesco, insieme abbiamo mangiato e vissuto momenti di festa, ci siamo confrontati sui fondamenti del nostro ideale ed insieme abbiamo attraversato Assisi  per andare a rivedere i luoghi delle nostre radici passando per S. Damiano e Rivotorto dove nel Tugurio la Fraternità itinerante ebbe la sua prima dimora per poi cedere il posto ad un asino ed al suo padrone.
Tanta era la meraviglia e la gioia negli occhi della gente nel vedere questo volto giovane del Francescanesimo e della Chiesa, un volto capace di dare speranza e ricordare che la Chiesa non è qualcosa che “puzza di vecchio” ma “profuma della novità giovanile”, la novità del Vangelo di Cristo risorto che giovani ancora oggi sono disposti a vivere ed annunciare secondo lo stile di Frate Francesco.

fr. Rocco Predoti

martedì 17 aprile 2012

Vieni e seguimi…la Bellezza dell’Amore.


Mi presento, sono fr. Rocco Predoti, ho 27 anni e provengo da Cittanova in provincia di Reggio Calabria, tuttora sono in formazione nel convento “Franciscanum” ad Assisi dove ho fatto la professione dei voti lo scorso Settembre.
Spesso continuo a chiedermi: Perché ho fatto la professione dei voti? una domanda che non guarda ad una scelta fatta in un momento ma che si proietta verso il futuro; forse rende meglio cosi: perché scelgo ogni giorno di vivere la vita dei frati secondo lo stile di Frate Francesco?
Più cerco le risposte e più comprendo come la scelta non sia io a farla, quanto Colui che sceglie, io semmai accetto di farmi scegliere.
Così, mi son sempre chiesto perché ha scelto me, perché tra tanti e numerosi giovani ha voluto proprio a me fare la sua Proposta d’ Amore.
Guardandomi non posso dire che Dio chiama e sceglie e più bravi  e valorosi ma ama e basta ed ho potuto sentire il suo sguardo posarsi sulla mia vita, uno sguardo di innamorato, di quelli che bruciano a sentirli addosso e ti fanno bruciare dentro.
Si, l’Amore non lascia impassibili ne freddi, l’Amore provoca e fa reagire e Dio quando ama si fa sentire, in particolar modo quando chiama a vivere con Lui.
L’ho sentito avvicinarsi nella mia vita, proprio nel momento in cui, come i discepoli di Emmaus, me ne tornavo deluso, alla mia vita e lì si è fatto mio compagno di cammino,  giovane in cammino ed in ricerca di una verità che avesse il valore della mia vita.
Ricercavo il senso più alto della mia vita, più che qualcosa, qualcuno a cui potermi dare in modo totale, un ideale di quelli per i quali daresti tutto di te, che non tramontano o deludono e quindi avevo il mio studio, il mio amore.
Così Cristo mi si è fatto compagno di vita, lo ha fatto con una sua Parola, piccola ma gigante: “ trovato il tesoro nel campo vendette tutto per comprare quel campo”.
Ed è così che, insieme ai miei cari amici della parrocchia “S. Girolamo”, veniamo ad Assisi diretti all’Agorà di Loreto nel 2007 e qui, Cristo si è fatto più vicino, facendomi intravedere un modo per comprare il suo campo: La scelta di Francesco.
Ritornavano in quei mesi un tam tam di pensieri perché dinanzi alla proposta di Dio non si può restare impassibili o fare i conti: dinanzi all’Amore non si fanno conti.
Un solo conto ho fatto: mi sono affidato alla direzione del mio padre spirituale e così ho fatto qualche esperienza di vita fraterna.
In quella vita Cristo mi si è fatto sempre più vicino, così vicino da innamorarmi di Lui e lo dico, anche se può apparire un’assurdità ma vivendo in fraternità mi sono innamorato sempre più di Lui.
Non posso non parlare di Amore quando parlo della mia storia vocazionale, perché amandomi Dio mi ha chiamato ed amandolo ho risposto; con la sola differenza che il suo Amore è infinito e forte mentre il mio è debole quanto debole può essere un uomo ma è questo che più mi da gioia perché l’Amore di Dio nulla esige se non permetterlo di amarmi.
Nel suo Amore ho trovato il mio tesoro, quanto di più bello possa esserci e per averlo ho venduto tutto ciò che di bello avevo, non perché fosse brutto ma perché Dio è Bellezza, una Bellezza per la quale Francesco ha eseguito quanto Dio gli rivelava lasciandosi affascinare da questo passo del vangelo: «Se vuoi essere perfetto, va’ e vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni e seguimi
». Ho lasciato gli affetti per seguire l’Amore, per lasciarmi andare nel buio del mistero sorretto dalla fiducia in dio che cadrò tra le sue mani; quest’esempio mi ha fatto il mio parroco prima di partire per il convento. Lasciarmi andare all’Amore di Dio libero e leggero come Francesco per le vie d’Assisi anch’io per le vie di quell’angolo di Calabria dove la libertà è un grande desiderio ed il cammino troppo spesso è appesantito da troppi pesi  che non impediscono a me e tanti giovani di sognare un presente ed un futuro migliori per tutti.
Ho lasciato la mia terra per seguire questo progetto di Dio che mi ha portato sin qui a vivere ad Assisi e qui formarmi per poi ritornare tra la mia gente, con la quale ho vissuto e condiviso la mia storia ed in questa storia Dio è sceso per incontrarmi e chiamarmi a seguirlo.
La novità della mia vita sta nel fatto che Dio non mi ha deluso nelle sue promesse mettendomi dinanzi agli occhi molte più cose di quante ne abbia potuto lasciare per seguirlo, perché è vero che “Cristo non toglie nulla ma dona tutto”, diciamo che sto ben comprendendo la sfida di una chiamata all’Amore eterno in mondo dove tutto attorno sembra durare il tempo di un soffio. E’ un continuo andare contro corrente, me ne rendo conto, ma seguire Cristo secondo lo stile fraterno di S. Francesco non mi permette mai di essere da solo perché avere accanto dei fratelli mi porta a crescere sempre più e cogliere l’Amore di Dio per mezzo dei tanti piccoli gesti quotidiani che mi fanno sentire sempre amato.
Non mi stancherò mai di vivere dell’Amore di Dio, Lui che ha preso la mia vita e la sta trasformando e come frate Francesco posso dire: “Il Signore mi diede”.
Il Signore da e non mi fa mai restare nel buio della notte, mai sconfitto dalla vita, ma mi da la capacità di testimoniarlo secondo le mie possibilità e raccontarlo alle tante persone che incontro, ai tanti sguardi che incontro e vedo assetati di Dio, in particolare i giovani, usati da tutti e da tutti dimenticati, assetati di verità.
 A loro posso raccontare la mia Verità: ho trovato l’Amore, nella bellezza della mia terra, della mia storia: Tu sei Bellezza.

                                                                                                                                        fr. Rocco Predoti