venerdì 13 settembre 2019

Cari studenti di Amantea, scrivo a voi!

Anche quest’anno sento il desiderio di rivolgervi poche parole di saluto ed augurio mentre state per attraversare la soglia di un nuovo anno scolastico. È bello poter conoscere tantissimi di voi, i vostri sorrisi, i vostri sguardi accesi, la frenesia che manifestate tra le strade della nostra Città. 
L’inizio dell’anno scolastico si presenta come l’occasione buona per il mondo insegnante di “accendere stelle nella notte di tanti giovani”. Un compito che Papa Francesco affida a tutti gli adulti nella sua lettera rivolta a voi giovani. Sì, il Papa ha scritto a voi una lettera dal titolo Cristo vive. Vi consiglio di darci una lettura. Sono parole di chi ci tiene a voi, alla vostra formazione ad un progetto che renda voi i protagonisti attivi della storia.
I libri sui quali trascorrerete i prossimi mesi sono il testimone che l’umanità intera, in ogni forma di sapere, sta passando a voi. Adesso è il vostro momento di dimostrare che voi, ragazze e ragazzi, potete fare le cose in grande. Voi siete coloro che si interessano dell’oggi della nostra Città. Non sentitevi parcheggiati in disparte da chi dice che voi siete il futuro. Voi siete il presente della nostra città, della nostra Calabria, della nostra comunità. Nessuno si senta escluso dalle solite logiche di clientela. Abbiate il coraggio di spezzare il muro del favoritismo. Nessuno di voi, per far emergere i propri talenti, debba più sentirsi nipote, parente, amico di nessuno. Voi siete preziosi agli occhi di Dio ed agli occhi dell’umanità intera.
Per questo credo che voi giovani studenti siete i custodi della nostra Città, lo studio vi mette in mano due chiavi dalle quali dipendono le sorti della nostra comunità: l’amore per il creato l’amore per gli altri.
L’amore per il creatoci permette di poter vivere meglio ed in maniera più civile la Bellezza che ci hanno donato in Amantea. Abbiamo un mare stupendo, delle montagne da capolavoro, aria ed acqua che rendono prezioso il nostro vivere. Ma nessuno sembra custodire tutto ciò. È triste vedere come tutto sembri abbandonato a sé stesso. A voi piace nuotare tra i liquami? Fare una passeggiata tra la spazzatura buttata per le strade? Trascorrere un’estate a difendersi dal fuoco che rende tutto più brutto? Se ciò non vi piace allora fate sentire la vostra voce, fatevi sentire con i più grandi perché la Bellezza è vostrae nessuno ha il diritto di rubarla dalle vostre mani.
Le vostre mani sono capaci di costruire una società fondata sull’amore per gli altri. Quest’altra chiave vi permette di custodire la costruzione di una città migliore. La società dell’odio, ve ne accorgete da soli, non porta da nessuna parte. Rancori, vendette, sfregi, risse, punizioni ed altre cose che voi vedete benissimo, servono solo a distruggere tutti quanti noi. Abbiate il coraggio di rompere questo muro di odio, di far tacere chi incita all’odio, alla chiusura, alla distanza. Abbiate in voi il coraggio di avvicinarvi l’uno con l’altro, di mettere insieme le differenze, di dire di no a chi vi vuole come soldatini di guerra, pronti ad obbedire ad ogni imput di odio. Abbiate sguardi sereni, pacifici, che vedono nell’altra persona qualcuno da amare. Siate semi di gioia e di pace. 
Possano gli esempi delle donne e uomini del passato rendere le vostre menti e cuore apertiverso una città ed un mondo più giusto e libero.
Con affetto. 
Un amico e parroco
fr. Rocco P

venerdì 21 settembre 2018

Se ti stai annoiando, gusta qualcosa di nuovo #gva2018


L'immagine può contenere: 4 persone, persone che sorridono, persone in piedi
Se adesso ti stai annoiando, magari la scuola non ti da più gusto, quello che fai ti è pesante allora bisogna darsi una mossa. A che serve alzarsi per fare ciò che non piace, oppure lavorare per ciò che non appassiona?
Senza passione non c'è vita, senza gusto non c'è sapore in ciò che si fa. Facciamo le cose come gli sciocchi, tanto per farle, simili ad un software pre-impostato. Già, le macchine fanno bene le cose, realizzano tutto in base ad una programmazione ma...senza passione. Non ci provano gusto, imparano e realizzano ma senza assaporare la bellezza di poter scoprire, conoscere, realizzare qualcosa di nuovo.
Se vuoi dare un tocco di gusto alla vita, scoprire come altri giovani assaporano la bellezza di ciò che fanno, aggiungiti al "Giovani verso Assisi" dal 31 ottobre al 4 novembre. Puoi venire a conoscere tanti giovani d'Italia insieme a frati e suore e con loro scoprire la Sapienza di essere giovani con Francesco d'Assisi. "GUSTATE E VEDETE" è il titolo che si è dato per gustare in pieno la bontà di Dio che dà la possibilità di scoprire il gusto di vivere, ciò che può dar sapore a ciò che facciamo ogni giorno.
Se la tua vita non ti dà gusto, con Francesco d'Assisi puoi scoprire il bel sapore di tutto.
Se tu giovane desideri venire con altri giovani ad Assisi puoi contattare i frati: fraterocco2014@gmail.com... ti aspettiamo

martedì 18 settembre 2018

Faccio quello che voglio...anche volare

Risultati immagini per volare uomoSe nasci asino sei certo che puoi anche volare! è vero che gli asini non volano ma se si diventa santi forse può anche avvenire. La storia di Giuseppe, piccolo ragazzo sempliciotto che non aveva mai avuto dimestichezza con i libri - siamo agli inizi del 1600 - è pronta a decollare nel momento in cui pensa che in Dio può fare quello che vuole...anche volare. Un frate che ha vissuto l'obbedienza come libertà. Aveva affidato tutta la sua vita a Cristo e perciò si sentiva estremamente libero al punto di spiccare il volo. In piena epoca illuminista non c'era tempo per le leggende, per cui il fior fiore degli specialisti si precipitò per guardare un "asino" volare, un frate che si definiva così.
Non si è mai arreso, mai fermato ai blocchi di partenza, mai ha creduto di non farcela, ma ha disperato della vita. Tutti lo sottovalutavano ma lui sapeva che Cristo contava su di lui, davanti alla solitudine di tutti lui non si sentiva mai solo.
Sapeva di essere ignorante e zuccone sui libri ma si è talmente fidato di Cristo da diventare il Patrono degli studenti. Perciò non scoraggiamoci, fidarci di Cristo equivale ad essere liberi anche di volare, liberi di diventare grandi, liberi come le navi che portate dal vento sanno compiere grandi imprese. Non lasciamoci ingabbiare da nulla e da nessuno ma fidiamoci per poter volare alto nella vocazione della vita.
fr. Rocco Predoti ofm conv

sabato 15 settembre 2018

Lettera del parroco...agli studenti di Amantea

Risultati immagini per liceoCari ragazze e ragazzi, permettete due righe da un giovane frate, un giovane parroco della nostra Amantea...
domani tornerete sui banchi di scuola! Gran bella sfida che vi attende, un nuovo inizio, nuove attese, nuovi orizzonti che si spalancano davanti ai vostri occhi.
Non è semplice ricominciare dopo la lunga estate, ma ciò vi dà la possibilità di sognare in grande. Guardate con fiducia al futuro che si apre davanti a voi. Un futuro fatto di ideali, valori, progetti. Oggi per voi è il momento di costruire pietra su pietra come il giovane Francesco d'Assisi. Per lui ogni piccola azione faceva parte di un grande progetto. Non permettete a nessuno di demolire il progetto che state cullando nel vostro cuore. Dio vi ha dato occhi per guardare lontano, non abbassateli mai da scoraggiati ma alzateli sempre da vincitori.
Studiare vi mette in mano la possibilità di combattere contro chi vi vuole piccoli, soldatini a disposizione. Prendete in mano la vostra vita con coraggio, con la passione che vi contraddistingue. Siate come il giovane Pietro che spinse la sua barca lontano sul mare di Galilea sull'invito di Gesù: "Prendi il largo". Prendete il largo anche voi appassionandovi alla cultura. la vostra cultura sia più forte di una società che non premia il più bravo, più forte di chi continua a fidarsi della "buona parola", la cultura vi renda più forte di ogni tipo di corruzione, la vostra cultura vi dia voce per opporvi allo spaccio diffuso.
Spacciate cultura perchè Dio non vi vuole spacciati difronte alla vita.
Buon anno scolastico cari!
fr. Rocco Predoti

Non sia mai...caro Gesù

Risultati immagini per clericalismoMa insomma, cosa ti ho fatto?
Mi chiedi chi sei tu per me, caro Gesù, e ti rispondo che tu sei il Messia. Mi fai i complimenti, ci ho azzeccato. ma insomma, un Messia non può soffrire. è inaccettabile che colui nel quale ho riposto i miei desideri, le mie aspettative usi una logica per me incomprensibile.
Perchè ti arrabbi, caro Gesù, è ovvio che io dica nonsiamai al dolore, al disprezzo. Ovunque sentiamo parlare di lotta ai diritti di qualsiasi genere e tu mi rimproveri solo perchè io rivendico il diritto che il Messia non debba soffrire.
Ma si, in fondo è tanto migliore vivere direttamente la Gloria della pasqua. Una marea di "like" che il mondo ti può riconoscere. In fondo la riconoscenza ci gusta a tutti quanti. Già, perchè essere uomini di Chiesa che ci stacchiamo come navicelle spaziali dal pianeta terra per vivere nell'iperuranio clericale è molto bello. Vieni anche tu Gesù con noi. Lascia stare la croce, al massimo puoi fare il crucifero ad una celebrazione solenne. Ma la croce di cui parli tu...quella no. Vieni anche tu a dimenticarti del mondo e guardiamolo da lontano, giudichiamolo secondo la nostra prospettiva. La prospettiva dei santi, dei posti privilegiati, guarda..ci siamo ritagliati una santità a modo nostro. Siamo i migliori, tutti ci riconoscono importanti, speciali, meritevoli di deroghe. Siamo i migliori rispetto gli altri miseri peccatori. 
Ma in fondo perchè c'è l'hai con me caro Gesù? chiedevo solo di essere cristiano ma tu mi vuoi discepolo. 
Mi sa che non ci siamo capiti... (considerazioni presso Cesarea di Filippo)
fr. Rocco Predoti

giovedì 13 settembre 2018

Adulti vs giovani: discernimento...ma di cosa?

Risultati immagini per adulti rapporto giovani Ciò che appare più palese, immediato, lampante è la capacità di non rassegnarsi. Giovani che non si rassegnano nemmeno ad essere definiti "generazione incredula". L'incapacità di rassegnarsi può essere il principale sintomo dell'essere credenti. Fiduciosi in un futuro nel quale la pienezza della realizzazione umana possa divenire tangibile, possibile.
Ovunque si parla di Sinodo sui giovani nel momento in cui la parola scandalo squarcia la nostra capacità di credere. Una generazione adulta che si rivela incapace di essere punto di riferimento eppure chiede ancora una volta di poter essere riferimento per operare discernimento. Strano e buffo gioco di parole: riferimento nel non riferimento.
La possibilità francescana di essere attraenti nel carisma implica anche la capacità di essere "adulti di riferimento". La sindrome che capovolge l'attuale generazione adulta facendole prendere a riferimento il mondo giovanile crea una sacca generazionale. Da chi prendono riferimento i giovani? Se non vediamo adulti che vivono una vita attrattiva, non sperimentiamo la paternità di chi dovrebbe porsi al tuo fianco come guida rimane solo di riscoprire l'autenticità della vocazione. Scavare in fondo al vangelo, andare a succhiare la linfa vitale delle fonti francescane per gustare tutta la dolcezza che emana dall'eco degli scritti di Francesco.
Si riflette sui giovani ricordando che si riflette un'immagine adulta sbiadita e smarrita.
fr. Rocco Predoti

sabato 10 febbraio 2018

Se non abbracci... non credi!

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Se non abbracci... non credi. Non esiste vocazione, non esiste sequela di Cristo, non esiste atto di fede senza esser disposto a farti "infettare" dalla vita dell'altro. Certo, l'altro non piace quasi mai, non è mai attraente, fa sempre problema. Il lebbroso puzza, è malato, non può stare con gli altri, ormai non sa più stare con gli altri.
è un uomo solo, chiuso nella sua solitudine. La solitudine diventa l'unica compagna di viaggio e più c'è l'hai più lei vuole stare con te. La solitudine ti dà ragione, ti dà soddisfazione, ti rende bello ma ti lascia tremendamente solo.
Gesù si sporge oltre il limite del consueto, non vuole comprendere cosa abbia il lebbroso, non si mette ad inquadrare la vita di quell'uomo "solo" per tentare di capire quale fosse il suo problema. Gesù rompe il vetro della separazione, si lancia verso quella solitudine, tocca quello schifo che aveva quell'uomo. L'abbraccio lo guarisce, gli rompe la solitudine, lo tira fuori dal deserto che si era scavato attorno.
lasciamoci acchiappare dall'abbraccio di Gesù nonostante le schifezze che avvolgono la nostra vita, nonostante quell'errore così grande che ci tiene isolati, nonostante quella solitudine che ci porta lontani da tutti ed anche da Dio.
Solo se saremo capaci di abbracciare, di lasciarci coccolare dall'abbraccio dell'altro allora potremo portare agli altri la testimonianza di essere credenti. Essere frate non comporta portare un abito e ripetere abitudini sterili. Significa lasciarsi chiamare dall'abbraccio dell'altro, come l'abbraccio al lebbroso di Francesco. Questo abbraccio gli ha fatto gustare l'abbraccio che Cristo aveva riservato per lui. Ricordiamo che il mondo non ha bisogno di una tonaca ma ha bisogno di un abbraccio.
fr. Rocco Predoti ofm conv