martedì 15 maggio 2012

Francesco, amico e fratello.


Amicizia è: prender per mano l’altro ed andare lontano…
Mi veniva in mente  questa frase pensando a questo valore alto e nobile ma raro. L’immagine che mi ritornava era questo, di colui che prende per mano l’amico e cammina con lui, lo aiuta, lo sostiene e lo incoraggia se la strada si fa difficile.
Perché rifletto su questo valore, perchè è un pensiero che, giorno dopo giorno mi ritorna in mente e in una vita fraterna mi si pone dinanzi ogni qual volte che il rapporto fraterno ha il sapore dell’amicizia.
Amicizia, non ha la soltanto la sua radice etimologica nel termine Amore, ma  in esso nasce ed di esso vive, non si è amici se non si ama e non si può amare senza essere amici, perciò è necessario in modo assoluto vivere nell’amicizia la vita fraterna, seguire le parole di Cristo: “Vi riconosceranno da come vi amerete”.
Francesco aveva intuito perfettamente questa dinamica, non aveva svilito il termine “fratello” ma lo tingeva dei colori dell’amicizia sin da fondersi in un amore materno quando, a Rivotorto ha tenuto compagnia di notte ad un frate che non resisteva al morso della fame o quando baciava la spalla del frate che era andato per elemosina o quando lasciava la sua tonaca a qualche frate venuto da lontano e voleva un suo ricordo.
Questi esempi non bastano a descrivere l’intimo Amore con il quale lui amava i suoi frati ed a imitazione di Cristo ha voluto essere loro servitore  e chiamandoli amici e non servi.
L’amico ti ama e soffre se tu soffri e gioisce se tu gioisci, non ti utilizza per il suo interesse e poi ti allontana, non gli sei d’ingombro, in te non vede il suo tornaconto, non ti cerca e ti allontana a suo piacimento, non si vergogna di te, non ti umilia, non ti tiene il muso senza motivo, tutto perdona, tutto di te ama, ti accetta così come sei, ti abbraccia quando gli manchi, ti comprende se sei triste, giustifica con gli altri i tuoi sbagli, ti riprende a viso aperto.
Ho avuto la gioia nella mia vita di avere amici veri, ma anche di aver conosciuto mercanti dell’amicizia che come le nuvole di marzo vanno e vengono prendendo quanto di buono abbia potuto dar loro ma ciò che più mi ha dato di sperimentare questo valore è stata la vita fraterna francescana nella quale vivo quotidianamente questa nobil forma d’Amare.


fr. Rocco Predoti

giovedì 10 maggio 2012

Una Magnifica si racconta... Dio mi ama da papà.


Mi ritrovo spesso a pensare: “ma Dio cosa vorrà da me? Cosa si aspetta da me? È giusto quello che faccio? Dove sbaglio? Perché non ho forza sufficiente per riuscire a non sbagliare?” poi accade sempre qualcosa, mi arriva un segno dal cielo e di domande non ne ho più.
Io sbaglio perché devo sbagliare, senza i miei sbagli commessi  non sarei quella che sono e se sono un prodigio di Dio il Signore mi ama così.
Ringrazio Dio per tutto quello che sono, anche per i miei sbagli, mi fanno crescere, capire, amare, ringrazio Dio perché ci sono, perché ho voglia di vivere, per tutto quello che riesco a fare con amore; ringrazio Dio per il mio prossimo, per chi mi vuole bene e anche e soprattutto per chi mi metterà i bastoni tra le ruote, perché sarà allora che riuscirò a capire dove arriva la mia Fede.
Sta piovendo, l’acqua fa rumore sopra le foglie, ma non mi sto bagnando in questo bosco, su questa pietra fredda, nella solitudine, mi sento bene, non mi sento sola ed abbandonata come spesso mi capita nella mia stanzetta. Forse sto riuscendo a trovare quel tesoro che poche volte ho stimato, quel tesoro peri quale non dovrei mai smettere di ringraziare Dio.
Mi  viene in mente una lettera del mio Papà che mi ha dato ad un’ incontro di AC qualche mese fa, è attaccata nella mia stanza, l’ho letta una volta, mi fa ricordare quanto poco pensi a lui, ci passo tutti i giorni lì davanti, ma non mi sono mai fermata a rileggerla con calma, per la fretta, perché avevo altro da fare , cose che prima erano essenziali ed ora mi sembrano assurdità , però il senso di quella lettera è ben presente nel mio cuore: “Io sono qui per te sempre”. Negli ultimi mesi della mia vita non ho fatto altro che lamentarmi, tutto va male, non c’è niente e di buono, etc. vedevo solo le mie orme sulla sabbia e invece non mi ero accorta che quelle orme non erano le mie ma del mio Papà che mi portava in braccio, non so e non saprò mai se quello che faccio va o andrà bene, però so che il Signore mi accompagnerà nel mio cammino e se sto con Lui, non potrò sbagliare…
p.s. Trovate il tesoro nascosto nel campo…capirete tutto….
Marta